Covid, Gimbe: +30% di morti in una settimana, positivo da ieri oltre l'1% della popolazione

Covid, Gimbe: «in 7 giorni 3mila morti in Italia: + 70% rispetto ai 1.712 della settimana prima»
Covid, Gimbe: «in 7 giorni 3mila morti in Italia: + 70% rispetto ai 1.712 della settimana prima»
Giovedì 12 Novembre 2020, 12:32 - Ultimo agg. 18:25
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Covid, nella Italia divisa in zona arancione, zona rossa e zona gialla in una settimana sono cresciuti del 70% i decessi da coronavirus toccando in 7 giorni quasi i 3.000. In particolare, dal 4 al 10 novembre sono decedute 2.918 persone con infezione da Sars-Cov-2 a fronte delle 1.712 della settimana precedente. E' quanto emerge dal nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe.

La fondazione Gimbe, che non ha fini di lucro, ha lo scopo di favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche con attività indipendenti di ricerca, formazione e informazione scientifica, al fine di migliorare la salute delle persone e di contribuire alla sostenibilità di un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico.

Covid, la situazione in Italia

«Dopo il calo dei mesi estivi, sono ripresi a salire i contagi tra gli operatori sanitari e quelli contagiati nell'ultimo mese sono stati quasi 18.000.

Numeri che fanno aumentare la preoccupazione nei confronti di epidemie ospedaliere, che iniziano già a esser segnalate». Così il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, ascoltato in commissione Affari sociali della Camera, per il seguito dell'audizione iniziata la scorsa settimana. In particolare, precisa all'Ansa, analizzando i dati dell'Istituto Superiore di Sanità, 'all'8 novembre avevamo 49.867 sanitari contagiati, al 9 ottobre 32.655, ovvero 17.212 in un mese. Oltre 12 volte di quelli riportati nel mese precedente (1.426)'.

Le diagnosi

«Quello che si sta verificando nelle ultime settimane, a causa dell'enorme quantità di casi, è il ritardo di notifica delle nuove diagnosi di Covid-19. Se normalmente il tempo medio tra la comparsa dei sintomi e la diagnosi o il tampone è di circa 3 giorni. Nella settimana dal 26 ottobre al primo novembre il 23% dei casi è stato notificato entro 2 giorni, il 56% dei casi tra i 3 e i 5 giorni e il 21% dei casi dopo 6 o più giorni». Lo afferma il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, ascoltato in commissione Affari sociali della Camera per il seguito dell'audizione iniziata la scorsa settimana.

'L'epidemia la stiamo guardando dallo specchietto retrovisore e non con il binocolo, come invece dovremmo fare' dice ancora Cartabellotta. 'Il sistema - ha affermato - è in ritardo per la catena eccessivamente lunga, rispetto al ritmo di crescita della curva, della trasmissione dei dati. Troppi i passaggi istituzionali e tecnici: ci portano a inseguire il virus che è in fase di crescia esponenziale. Serve meno burocrazia e un alleggerimento della scelta degli indicatori, perchè per quanto diano un quadro preciso oggi rallentano la capacità di risposta. Dai primi di settembre con il crescere dei dati - ha aggiunto Cartabellotta che ha sollecitato un approccio «open data» da parte del ministero - abbiamo chiesto interventi a livello quanto più possibile locali e mirati per impedire la diffusione. In sintesi Gimbe chiede di: rendere disponibili il numero di contagi per Regione, i dettagli per Province e Comuni su isolati a casa, ospedalizzati con sintomi, terapie intensive, guariti decessi, tamponi e casi testati e sui flussi relativi all'evoluzione clinica dei soggetti positivi.

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