Quasi 20mila contagi di Covid nelle ultime ventiquattr’ore e diverse Regioni - con Umbria e Piemonte in testa - pronte a cambiare colore dalla prossima settimana. Se non è ancora la «terza ondata» di cui ha parlato per la provincia di Brescia il consulente della Lombardia sul piano vaccinale Guido Bertolaso, inizia decisamente a sembrarlo. Gli ultimi dati del ministero della Salute d’altronde, non fanno ben sperare.
Non solo c’è una decisa impennata dei nuovi positivi (+19.886, 3.465 in più rispetto a mercoledì), quanto anche le morti continuano a non calare (308 quelle registrate ieri, 318 quelle delle 24 ore precedenti). Inevitabile quindi che a salire sia anche il tasso di positività, ora al 5,6% (+0.8% rispetto a ieri), con un piccolo giallo. Il ministero della Salute ha infatti corretto in corsa il dato sui test per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia: sono 353.704 e non 443.704.
Non solo, i dati Gimbe evidenziano anche una crescita dei tassi di occupazione delle terapie intensive diffusa in tutta la Penisola (+3,5% rispetto al 10-16 febbraio). A testimoniarlo anche i dati pubblicati sul portale dell’Agenas - Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali - che evidenziano come siano passate 6 a 8 le regioni che superano la soglia critica del 30% dei posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti Covid. Si tratta di Abruzzo (37%), Friuli Venezia Giulia (33%), Lombardia (33%), Marche (36%), Molise (36%), Provincia autonoma di Bolzano (35%), Provincia autonoma di Trento (39%), Umbria (57%).
La novità più importante potrebbe riguardare l’Umbria che, nonostante una parvenza di stabilizzazione, dall’attuale zona arancione potrebbe ritrovarsi in zona rossa a causa dell’eccessiva occupazione delle terapie intensive.
A seguirla (ma la situazione è meno difficile) potrebbe esserci anche l’Abruzzo, colpito duramente dai focolai della nuova variante inglese. Per la decisione bisognerà chiarire se le misure restrittive locali già adattate fino a questo momento dalle Regioni (l’intera provincia di Perugia è in zona rossa, proprio come oltre metà dei comuni abruzzesi).
Discorso differente per i passaggi da zone gialle ad arancioni. Il Piemonte ad esempio quasi senza dubbio, complice un Rt puntuale a 1,02, entrerà nello scenario con misure più restrittive. Sperano invece ancora di restare in giallo le altre in bilico. Tra queste la Lombardia (dove il tasso di positività registrato ieri è dell’8,2%, con picchi dovuti alle varianti nella provincia di Brescia, nella bergamasca e nell’area di Cremona), le Marche, la Puglia e la Basilicata. Più distante, ma confortata da un Rt ancora sotto 1, il Lazio che quindi dovrebbe restare in giallo. Non è escluso però che in questi territori si scelga di intervenire con nuove misure locali, circoscrivendo alcune aree da far passare al giallo “scuro”. Con misure ancora più restrittive come avvenuto proprio come quelle adottate a partire da ieri in Emilia Romagna per la zona di Imola e a Bologna o come già annunciato dal governatore toscano Eugenio Giani, per le province di Siena e Pistoia.