Cremona, ragazzo uccide la madre e fugge: il marito trova il corpo in camera da letto

Cremona, ragazzo uccide la madre e fugge: il marito trova il corpo in camera da letto
Cremona, ragazzo uccide la madre e fugge: il marito trova il corpo in camera da letto
Giovedì 23 Settembre 2021, 14:23 - Ultimo agg. 24 Settembre, 13:04
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Una sola coltellata, fatale, al collo: Fatna Moukhrif, 54 anni, originaria del Marocco ma da tempo residente a Cremona, è stata uccisa questa mattina dal figlio Younes, 35 anni, da tre in cura psichiatrica, nell'abitazione di famiglia in un quartiere popolare della città lombarda. Dopo il delitto, il figlio è fuggito a piedi e la polizia lo ha cercato per ore.  È stato trovato in serata mentre vagava solo alla periferia della città: si era cambiato gli abiti e, stando a quanto si apprende, si sarebbe lasciato prendere senza dire una parola. Ora si trova in stato di fermo in questura, a disposizione dell'Autorità giudiziaria.

Cremona, ragazzo uccide la madre e fugge

L'omicidio poco dopo mezzogiorno in un appartamento al quinto piano di via Panfilo Nuvolone, quartiere popolato da molte famiglie straniere.

A scoprire il cadavere è stato il marito della vittima, al ritorno dal lavoro: ha avvertito il 118 ma per la donna non c'era già più nulla da fare. Erano sempre insieme, Fatna e il marito M'Hammed El Yassire: insieme al banco del mercato degli ambulanti, il mercoledì e il sabato. Vendevano biancheria per la casa. Dal loro matrimonio erano nati quattro figli. Una famiglia già colpita dalla tragedia, gli El Yassire: cinque anni fa, uno dei figli, il terzogenito, era morto suicida lanciandosi dal balcone. Aveva 24 anni. Fatna era sola in casa con Younes, questa mattina. Che cosa sia accaduto, non si sa. Se una lite o un'esplosione di violenza al culmine di un diverbio. Di sicuro, i vicini hanno sentito le urla e poi il silenzio. Fino ad altre urla: quelle del marito che chiedeva aiuto, disperato di fronte alla moglie in fin di vita sul letto matrimoniale. Younes, stando almeno a quanto si apprende, era caduto in depressione. «L'ho portato io all'ospedale, in Psichiatria.

In cura

Lo avevano ricoverato per una settimana, poi lo avevano dimesso,. Ma la terapia non aveva funzionato. È stato ricoverato di nuovo». La sua terapia? «Prendeva una puntura, ma circa tre mesi fa ha deciso di non curarsi più. Volontariamente ha sospeso quella puntura», hanno raccontato alcuni parenti. «Litigi? Come in tutte le famiglie, ma Younes non aveva mai alzato le mani. Stava sempre zitto», hanno spiegato altri famigliari. Nei palazzoni di via Panfilo Nuvolone, nel quartiere Cambonino, sono intervenuti anche poliziotti con il giubbotto antiproiettile, nel timore che l'omicida potesse essersi barricato in casa. Anche gli inquirenti, comunque in attesa di ulteriori accertamenti, non escludono che proprio la depressione possa essere all'origine dell'omicidio. La priorità, adesso, è però trovare il figlio diventato assassino. La caccia all'uomo è ormai stata estesa in tutta la Lombardia e anche oltre, nella speranza che non si verifichino ulteriori tragedie.

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