Genova, 39 morti. Pilone si incrina, case a rischio. Il dramma degli sfollati

Crollo ponte Genova, si scava ancora alla ricerca dei dispersi
Crollo ponte Genova, si scava ancora alla ricerca dei dispersi
Mercoledì 15 Agosto 2018, 08:35 - Ultimo agg. 16 Agosto, 12:41
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Sono 39 i morti dovuti al crollo del ponte Morandi, avvenuto martedì mattina a Genova. Tra le vittime anche un bambino di 8 anni e due adolescenti di 12 e 13. Il governo ha proclamato il lutto nazionale. I funerali di Stato delle vittime dovrebbero tenersi sabato mattina a Genova. «Ci potrebbero essere ancora 10-20 persone disperse», ha detto il procuratore capo Francesco Cozzi facendo il punto sulle indagini.

Intanto finisce nel mirino la società Autostrade, che gestisce il tratto collassato: il governo chiede le dimissioni dei vertici e valuta la revoca della concessione. Mentre vanno avanti i lavori dei vigili del fuoco e dei soccorritori, monta dunque la polemica sulle cause del disastro e sulla manutenzione del viadotto. In Borsa il titolo Atlantia, la società della famiglia Benetton a cui fa capo Autostrade, affonda in Borsa.

Sfollate oltre 600 persone che abitano nelle case sotto al ponte Morandi. «Le case verranno demolite tutte e l'impegno è di ridare entro la fine dell'anno un'abitazione a tutte le persone che per motivi di sicurezza le hanno dovute abbandonare», ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini al termine del sopralluogo sotto il ponte crollato a Genova , sottolineando che «alcune decine di appartamenti sono già stati recuperati da Comune e Regione».

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Il crollo. Ore 11.50 del 14 agosto: con un boato il viadotto Morandi, dal nome del suo progettista, sull'Austostrada A10 tra i caselli di Genova, 51 anni mal portati, si sbriciola mentre imperversa un temporale. Crollando, il ponte trascina con sé in un volo di 100 metri auto e camion, schiantandosi in un mucchio di macerie e lamiere nel secco greto del torrente Polcevera. Una parte del ponte piomba sulla sottostante via Fillak, travolgendo una struttura dell'Amiu, l'azienda ambientale del comune di Genova. È una tragedia immane. I primi a arrivare sono i poliziotti del Reparto mobile di Bolzaneto, che estraggono vivo da un'auto il portiere del Legino Davide Capello. Sono loro che
daranno l'allarme. Sul posto arrivano i vigili del fuoco, Carabinieri e polizia mentre sui social diventa virale un video in cui si vede il pilastro del ponte che viene giù e si sente un uomo che grida «Oh mio dio». I tre più importanti ospedali cittadini aprono le unità di crisi mentre comincia la conta delle vittime. 

 


L'inchiesta. «Non è stata una fatalità, ma un errore umano» a provocare il crollo del ponte. Così il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi ha risposto ai giornalisti al termine di un sopralluogo nella zona del ponte. La Procura ha aperto un fascicolo per disastro colposo e omicidio plurimo. «Noi dobbiamo rispondere a una sola domanda: perché è successo? - ha detto il magistrato - Questo è il nostro compito e per farlo faremo tutto quello che è necessario». Secondo le prime ipotesi, il crollo sarebbe attribuibile a un cedimento strutturale. Crollo, ha detto il direttore del Tronco di Genova di Autostrade per l'Italia Stefano Marigliani, che è «per noi qualcosa di inaspettato e imprevisto rispetto all'attività di monitoraggio che veniva fatta sul ponte. Nulla lasciava presagire. Assolutamente non c'era nessun elemento per considerare il ponte pericoloso». 

«Quando sarà terminata la fase di ricerca delle vittime e di eventuali dispersi l'inchiesta entrerà nel vivo e si andranno ad analizzare tutti gli aspetti relativi alla progettazione, realizzazione e manutenzione del ponte», ha sottolineato ancora Cozzi. «I primi passi - ha spiegato - serviranno per ricostruire tutte le opere che erano in esecuzione dal punto di vista della manutenzione e anche per capire cosa è accaduto quel giorno specifico, se c'è stata una causa scatenante». Nei prossimi la polizia giudiziaria acquisirà presso enti, società e gestori coinvolti a vario titolo tutti gli atti necessari.

I soccorsi. Sono più di 1000 gli operatori del Servizio nazionale della Protezione civile impegnati nelle operazioni di soccorso: più di 300 vigili del fuoco e oltre 400 uomini delle forze di polizia, ma anche volontariato, servizio sanitario regionale e strutture locali di protezione civile. Le squadre dei vigili del fuoco hanno lavorato sui due lati del Polcevera in cui ci concentrano le macerie e anche nel letto del torrente. Al momento due delle tre aree di ricerca sono state bonificate: si tratta di quella che si trova sul lato sinistro del fiume, dove ci sono i depositi dell'Amiu - l'azienda ambientale del Comune di Genova - e di quella al centro del Polcevera, dove ci sono i resti di diversi mezzi pesanti e di auto schiacciate da un enorme pezzo di ponte conficcato nel terreno.

 


Emergenza nazionale. Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti stamani nella sede regionale della Protezione Civile ha firmato la richiesta per il riconoscimento dello "stato di emergenza nazionale" a seguito del crollo del ponte. Toti ha poi riferito che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte «ha confermato che il Governo proclamerà il lutto nazionale per la tragedia di Genova». 

 
 


 

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