Palermo, la cronista filma uno sgombero ma viene presa a calci e pugni: «Nessuno mi aiutava, la gente faceva i video»

Palermo, una cronista riprende uno sgombero ma viene presa a calci e pugni: «Nessuno mi aiutava, facevano solo riprese video»
Palermo, una cronista riprende uno sgombero ma viene presa a calci e pugni: «Nessuno mi aiutava, facevano solo riprese video»
Domenica 16 Agosto 2020, 11:58 - Ultimo agg. 18:40
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Attimi di paura a Palermo. Una giornalista che stava riprendendo lo sgombero di una tendopoli nella spiaggia di Barcarello, nella borgata marinara di Sferracavallo a Palermo, è stata aggredita assieme ad un'amica da un gruppo di una trentina di persone. È stata presa a calci e pugni, ed è stata salvata da carabinieri.
La giornalista racconta: «In tanti anni di attività non avevo mai visto una cosa così. La rabbia, la violenza senza motivo sfogata senza remore». E aggiunge: «Quello che ferisce di più però è stata l'indifferenza di tanti che hanno assistito alla scena. Ho chiesto aiuto, mi hanno detto no. C'era anche chi faceva un video con il telefono cellulare». Una signora le aveva chiesto di non riprendere i bambini. «Le ho detto che non li avrei ripresi, ma in quell'istante un gruppo si è scagliato contro di me. Mi sono ritrovata per terra - dice - contro di me schiaffi, calci, pugni. Una ragazza mi ha dato dei pugni sul naso. Erano donne, tante. Gli uomini guardavano. La mia amica, che mi attendeva in auto, mi ha raggiunto per difendermi ma anche lei è stata aggredita. Un uomo le ha dato un calcio facendola cadere. Mi volano gli occhiali e loro continuano a insultare e colpire. Contro di me anche testate. Sono piena di lividi ed escoriazioni, ma quello che mi ferisce di più è l'indifferenza. Ho chiesto aiuto, un signore che era lì mi ha detto no... È avvilente. Siamo cosi tanto abituati alla violenza? Siamo salve - prosegue la cronista - grazie all'intervento di un'auto dei carabinieri, che in realtà credo fosse stata chiamata dai colleghi in spiaggia perché anche lì le operazioni non andavano avanti serenamente».

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La cronista riferisce che «il gruppo, erano tanti, ha aggredito anche i militari che prima ci hanno offerto riparo nella loro auto e poi ci hanno detto di andare via. Noi siamo scappate e abbiamo raggiunto il pronto soccorso dell'ospedale Cervello, dove i medici ci hanno visitato - conclude - Abbiamo un prognosi di cinque giorni, ma io dovrò fare degli accertamenti perché ho molti dolori al torace. I carabinieri poi ci hanno rintracciato e abbiamo spiegato cosa era accaduto». 

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