Cucchi, il generale dei carabinieri Nistri: «Chi ha sbagliato non indosserà più la divisa»

Cucchi, il generale dei carabinieri Nistri: «Chi ha sbagliato non indosserà più la divisa»
Cucchi, il generale dei carabinieri Nistri: «Chi ha sbagliato non indosserà più la divisa»
Sabato 27 Ottobre 2018, 12:40 - Ultimo agg. 18:03
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«Chi ha sbagliato non indosserà più la divisa: dobbiamo questa fermezza alla famiglia Cucchi, all'Arma e a tutto il paese». Una posizione molto ferma, quella di Giovanni Nistri, comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, sul caso di Stefano Cucchi.



«Non si può credere che i carabinieri siano ciò che emerge dalla dolorosa vicenda umana di Stefano Cucchi e dai suoi sviluppi giudiziari. Non è così, infatti, e lo dimostreremo, appena saranno chiare le precise responsabilità, che sono sempre personali, attraverso ogni provvedimento consentito dalla legge: a seconda dell'entità, le punizioni, finanche le rimozioni. Perché chi risulti colpevole di reati infamanti non potrà indossare la divisa» - scrive Nistri in una lettera a Repubblica - «Dobbiamo fermezza a una famiglia colpita dal lutto, a un Paese che ci ama ed è smarrito di fronte a ciò che sente. A chi ci ha preceduti lungo il cammino della Storia d'Italia e ha rispettato in ogni avversità i codici morali e i regolamenti, a costo di pagare un prezzo altissimo»

Il rischio, infatti, è quello che ad essere infangata per poche mele marce sia la stessa Arma dei Carabinieri. Nistri avverte: «Siamo 110mila, non possiamo essere accomunati alle cattive azioni di pochi. Dobbiamo essere inflessibili anche per le nostre famiglie, che in un diffuso immaginario ci vedono d'improvviso passare, in blocco e ingiustamente, dalla parte sbagliata».

«Una sincera assunzione di responsabilità è doverosa e ad essa non intendiamo sottrarci», ribadisce Nistri, secondo cui occorre «trarre lezione anche da fatti tanto deplorevoli, per evitare che si ripetano. Li porteremo quale esempio di cosa non fare, nelle nostre scuole, ai giovani che si sono appena arruolati. Ne discuteremo nei reparti. Ribadiremo ai nostri ufficiali che il grado non è un peso leggero, richiede spalle robuste e animo saldo». 

ILARIA CUCCHI: «PAROLE DI CUI AVEVO BISOGNO» 
«Sono le parole che ha bisogno di sentirsi dire un cittadino perbene, che porta avanti una battaglia sulle proprie spalle, nonostante il dolore che gli è stato inflitto da appartenenti allo Stato e nonostante il fatto che le istituzioni abbiano consentito che la famiglia di Stefano Cucchi affrontasse anni di processi sbagliati sapendo quali erano le vere responsabilità». Così Ilaria Cucchi, a margine del Premio Nazionale Paolo Borsellino, ha commentato le parole del comandante generale dei Carabinieri, Giovanni Nistri.

Il generale Nistri ha affermato che i colpevoli della morte del giovane non potranno più indossare la divisa. «Mi sento per la prima volta di potermi alzare la mattina senza l'esigenza di dovere chiedere scusa a mio fratello - ha proseguito Ilaria Cucchi - Ora siamo in una fase diversa, in cui finalmente la giustizia sta facendo il suo corso. Siamo andati avanti continuando a credere nelle istituzioni - ha aggiunto la donna - e credo che ciò che abbiamo fatto in questi anni sia la dimostrazione che noi siamo una famiglia perbene e che merita rispetto».

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