Deepfake sul web: «Sei anni di carcere per chi fabbrica video falsi di star, politici e vip»

Deepfake sul web: «Sei anni di carcere per chi fabbrica video falsi di star, politici e vip»
di Mariagiovanna Capone
Sabato 22 Maggio 2021, 08:30 - Ultimo agg. 23 Maggio, 09:40
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Il bomber della Lazio Ciro Immobile canta «Grazie Roma» indossando la casacca giallo-rossa, Insigne in bianconero è tanto impossibile quanto Ronaldo in azzurro che urla «Quei ragazzi della curva B», e c'è perfino Totti che, anatema!, gorgheggia l'inno della Lazio «Vola un'aquila nel cielo». E come non rimanere a bocca aperta per la regina Elisabetta che si scatena in un balletto techno o Tom Cruise che fa giochi di prestigio? Tutti fake, anzi deepfake, dove una tecnologia che utilizza una forma di intelligenza artificiale chiamata deep learning, crea video falsi ma assolutamente verosimili. Se la goliardia di tifosi che usano calciatori di un team opposto è facilmente individuabile, con i politici diventa non solo complicato capire il confine tra vero e falso, ma a volte può perfino diventare un'arma durante una campagna elettorale per screditare il rivale. E poi c'è la pornografia, da Emma Watson a Scarlet Johansson passando per Gal Gadot sono diventate protagoniste di film erotici mai girati, poiché il loro volto sostituiva perfettamente quello della pornostar. Se nel mondo si iniziano a fissare regole stringenti sull'uso, e l'abuso, dei deepfake, in Italia c'è una proposta dei senatori M5S che hanno presentato nei giorni scorsi un ddl per punire l'uso come revenge porn di tale tecnologia, affinché sia punita fino a sei anni di carcere. 

I deepfake nel mondo sono un fenomeno virale da almeno cinque anni ma in Italia il primo clamoroso video creato con l'utilizzo dell'intelligenza artificiale per sintetizzare l'immagine umana è arrivano nel 2019.

Striscia la Notizia mandò un fuori onda di Matteo Renzi che sbeffeggiava Conte, Zingaretti e altri politici solo che quello in video non era Renzi. Il tg satirico, tra le polemiche e l'indignazione generale, ha proseguito con i suoi video farlocchi, con personaggi fake spesso indistinguibili dall'originale, come Salvini, Mattarella, papa Bergoglio. Più di recente, il mondo del calcio è entrato dirompente tra i deepfake con Pirlo, Conte, Totti, Immobile, Insigne e perfino Diletta Leotta. Fenomeno da centinaia di migliaia di visualizzazioni, invece, è il baby deepfake, con Meloni, Raggi, Di Maio e Azzolina di una tenerezza disarmante sebbene ripetano i loro discorsi o, come nel caso del leader di Italia Viva, quello che ormai è un classico: «First reaction: shock». 

Video

Improvvisamente a febbraio, Tom Cruise è sbarcato su TikTok, proprio lui che è noto per la sua repulsione ai social. Nel giro di poche ore fa il pieno di like e follower e ci vorranno parecchi video (e alcuni glitch, ossia delle anomalie nei pixel dell'immagine) prima di scoprire che tutti i video sono realizzati con l'intelligenza artificiale. Anche Vladimir Putin ha un account su TikTok, naturalmente fake, e conta oltre 6,3 milioni di follower che apprezzano i video ironici e divertenti dove il falso leader russo sembra proprio lui. Altro politico spesso protagonista di deepfake è l'ex presidente Obama: definì Trump «un totale e completo imbecille» ma tempo dopo è stato usato come spot sul pericolo dei deepfake. Virali i video del patron di Facebook Mark Zuckerberg che dice di voler controllare il futuro visto che è in possesso dei dati di oltre due miliardi di persone, e anche quello dell'attore Jim Carrey in versione Shining. Negli Usa, però, il deepfake è stato usato anche per rovinare la reputazione. Il portavoce della Casa Bianca, in occasione dello scontro tra Donald Trump e Jim Acosta, pur di screditare il giornalista della Cnn, pubblicò un video in cui sembrava respingere brutalmente la donna incaricata di togliergli il microfono. Storyful, organizzazione che si occupa della verifica delle notizie, scoprì che al filmato furono aggiunti alcuni frame. Sempre Trump pubblicò un fake dove Nancy Pelosi biascicava con le parole e passava per ubriaca, anche questo tutto falso. I rischi che un personaggio comune finisca nelle trame di un cyber ricatto sono però altissimi. Come accaduto di recente in Pennsylvania, dove un madre è stata arrestata per aver contraffatto un video per ricattare tre cheerleader rivali di sua figlia e screditarle agli occhi degli allenatori, ritraendole nude mentre bevevano alcolici e fumavano.

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