Diabolik, da Cosa Nostra alla Magliana: ecco chi voleva morto Fabrizio Piscitelli

Diabolik, da Cosa Nostra alla Magliana: ecco chi voleva morto Fabrizio Piscitelli
Diabolik, da Cosa Nostra alla Magliana: ecco chi voleva morto Fabrizio Piscitelli
di Giuseppe Scarpa
Domenica 15 Dicembre 2019, 09:35 - Ultimo agg. 18:10
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Si scrive Fragalà, Fittirillo, Esposito, Vallante e Anxhelos. In realtà si legge Cosa Nostra, la banda della Magliana, i clan di Ostia, i padroni delle piazze di spaccio a Tor Bella Monaca e un ambizioso narcotrafficante greco. La lista dei nemici di Fabrizio Fabietti e Fabrizio Piscitelli è lunga. Ma è soprattutto composta da personaggi temibili. Pericolosi, tuttavia, erano diventati anche il duo Fabietti-Diabolik. Con il primo che aveva il vero ruolo di regista della banda, capace di tenere testa ai mafiosi siciliani.

A REBIBBIA
A dimostrazione della sua sfrontatezza (nelle carte di un'inchiesta di giugno dei carabinieri del Ros) è riportato un episodio avvenuto a Rebibbia: il nove marzo del 2016 Fabietti stende in carcere Sante Fragalà: «Arriva e senza parlare prende e mi dà due pugni in faccia», spiega Fragalà in una conversazione intercettata. Il motivo dell'aggressione gliela spiega Fabietti. Uomini vicini a Sante avevano estorto soldi a Fabietti senior. Sante incassa i pugni ma medita vendetta. I Fragalà non sono esattamente dei principianti nel mondo della mala. Vestono i gradi di ufficiali del crimine, sono un clan catanese affiliato ai Santapaola e da anni hanno messo le mani sul litorale romano. Quando Fabietti viene scarcerato nella primavera del 2016 arriva la punizione: botte e 200 mila euro di risarcimento pagati per ristorare la famiglia Fragalà.

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BARBONCINO
Ma Fabietti dimostra di non essere un tipo da farsi troppi scrupoli. E con l'amico Diabolik scala le gerarchie del narcotraffico romano fino a entrare in collisione con Marco Esposito, ribattezzato Barboncino, uno dei signori di Ostia. Anche lui è un ambiziosissimo narcotrafficante, che deve però patire la defezione del pugile e picchiatore Kevin Di Napoli. Di Napoli, infatti, con la prospettiva di migliori guadagni decide di passare armi e bagagli dalla parte del Diablo e di Fabietti, abbandonando così il suo vecchio datore di lavoro. Nel frattempo, tra i due gruppi, ci sono anche altri problemi. Barboncino è debitore di Fabietti. La vicenda si sarebbe però risolta, nella primavera del 2018, grazie alla intermediazione di Fabio Di Francesco: «Io voglio creare una pace globale», spiega lo stesso in una conversazione intercettata dalla finanza. Ma se con Barboncino, Diabolik e Fabietti dovevano usare i guanti bianchi, con altri criminali potevano permettersi di azionare Di Napoli.

Il 2 aprile 2018 Fabietti ordinava al pugile: «Ti devi portare altri due che menano forte, per sfondarlo (al greco Mirashi Anxhelos) lo dobbiamo mandare all'ospedale poi - si legge nelle carte dell'inchiesta grande raccordo criminale - andiamo a chiedergli i soldi». Una lezione, per un debito non saldato, che doveva rimanere anonima. Diabolik, però, aveva fatto capire ad Anxhelos chi aveva organizzato il suo pestaggio: ovvero lui con il socio. Un azzardo che avrebbe potuto portare a delle rappresaglie. Così, infatti, replica Aniello Marotta a Fabietti: «Piscitelli (...) pensa che non ci può essere un matto che prende e gli tira una sventagliata sul portone, non lo capisce». La conversazione si chiude così.

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LA BANDA
Fabietti si riforniva di droga anche da Roberto Fittirillo. Uno dei sicari della Banda della Magliana, da cui aveva comprato partite di droga per milioni di euro. Unuomo dal grilletto facile che, per Enrico De Pedis e soci, uccise 5 persone nei primi anni Ottanta. In una conversazione intercettata il 20 giugno del 2018, si parla di cifre non completamente saldate da parte di Fabietti. E il disappunto di Fittirillo viene comunicato al socio del Diablo da Danilo Perni: «Rappresentava come Fittirillo si fosse lamentato di un presunto ammanco di denaro», scrive il Gico della finanza.
 



LE MINACCE
Con Vincenzo Vallante di Tor Bella Monaca, Fabietti vanta invece un credito. Vallante gli deve 90mila euro. «Mo' gli faccio zompare la ferramenta... lo faccio sfondare da Kevin, poi domani gli mando Pluto, lo faccio fratturare». Il padre di Vallante, visto le intenzioni del boss, si rivolge tramite un intermediario a Piscitelli chiedendo la salvezza del figlio. E Diabolik all'intermediario: «Portamelo su a Grottaferrata, che ci parlo una volta per tutte così finisce sta storia». La lista dei nemici di Piscitelli e Fabietti era veramente lunga.
 
 

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