Diciottenne romana fatta a pezzi, il testimone chiave: «L’ho accompagnata sul mio taxi, poi è entrata nel palazzo con lui»
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di Rosalba Emiliozzi
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«Io l'ho portata ai Giardini Diaz, me la ricordo bene
erano le 9,40 circa di martedì, è sbucata dalla
stazione e mi ha detto di portarla fino ai giardini, stava
bene». È il racconto di un tassista peruviano, in
Italia dal 93, l'ultimo forse ad aver visto viva la ragazza
romana a Macerata.
Era sola?
«Sì, aveva con sé solo la sua
valigia».
Pamela, scappata dalla comunità di recupero Pars (previsione
assistenza reinserimento sociale) di Corridonia e arrivata nel
capoluogo della provincia marchigiana in autostop chiedendo un
passaggio a un residente, così ha lasciato lunedì
mattina la zona isolata che brulica di vigneti di contrada
Cigliano.
Quando l'ha vista la prima volta?
«I miei colleghi hanno visto la ragazza gironzolare alla
stazione dei treni già lunedì. Forse Pamela ha
passato la notte alla stazione, forse ha dormito qui» dice il
tassista indicando la sala d'attesa.
Poi martedì Pamela ha chiesto un altro
passaggio.
«Mi ha detto: mi porti ai giardini? E io l'ho fatta
accomodare, ho messo il trolley nel bagagliaio, in cinque minuti
siamo arrivati ai giardini di Macerata. La ragazza ha poi pagato la
corsa, sette euro, ed è scesa davanti alla rotonda dove una
volta c'era un bar».
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