Notte di balli proibiti, chiuse altre discoteche. I gestori: «Non condanniamo i colleghi, siamo allo stremo»

Notte di balli proibiti, chiuse altre discoteche. I gestori: «Non condanniamo i colleghi, siamo allo stremo»
Notte di balli proibiti, chiuse altre discoteche. I gestori: «Non condanniamo i colleghi, siamo allo stremo»
Domenica 29 Agosto 2021, 18:14 - Ultimo agg. 22:18
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Nell'ultimo sabato sera di un agosto nero per le discoteche, diverse sono state chiuse in giro per l'Italia perché all'interno si ballava e le norme anti-Covid non lo consentono. In Romagna, al Byblos di Misano Adriatico, nel cuore della notte la Polizia ha trovato 500 giovani senza mascherina, ma anche dj e cubiste ed è scattato lo stop di cinque giorni. A Ostia, sul litorale romano, in uno stabilimento balneare erano in 300. Mentre al Lido di Bellagio, sul Lago di Como, c'erano 650 persone, con altre 150 all'esterno in attesa di entrare. Qui i poliziotti e i finanzieri sono entrati, fingendosi clienti: multa e sospensione. Chiusura anche per la Nafoura di Castellaneta (Taranto), una delle più grandi disco della Puglia: video circolati in rete hanno documentato le violazioni. Infine, nella zona industriale di Cassina De' Pecchi, alle porte di Milano, un gruppo di circa 50 giovani che si stavano dirigendo verso un stabilimento abbandonato probabilmente per organizzare un rave party è stato bloccato dai carabinieri.

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Così, ormai al termine di un'estate difficilissima per il settore, che non ha mai potuto riprendere la propria attività, il presidente del Silb Emilia-Romagna, Gianni Indino, attacca: «Chi non rispetta le regole, è giusto che venga sanzionato.

Ma se mi si chiede un giudizio, non mi sento di condannare il comportamento di colleghi che da 19 mesi non possono lavorare. Sono allo stremo, sull'orlo del fallimento. Non posso biasimarli», commenta con l'Ansa. Il Silb ha chiesto un tavolo al Governo per parlare della riapertura. «Noi - ha detto Indino - siamo 200mila lavoratori senza lavoro, senza stipendio, in grave difficoltà eppure siamo invisibili. Non solo i titolari delle discoteche, ma anche dj, baristi, camerieri, parcheggiatori, pr, grafici, musicisti. Perché per noi non si può attivare un tavolo di confronto?». L'appello di Indino è a parlarne: «Entro la fine del mese ci auguriamo di avere risposte. Ci siamo sempre resi disponibili a collaborare. La riapertura non deve essere domani, ma occorre gettare le basi per ipotizzarne una, quando le condizioni lo consentiranno. Oggi lo chiediamo in questo modo, domani se non saremo ascoltati metteremo in campo delle azioni. Siamo oltre il limite». Indino ribadisce anche che il divieto per le discoteche «ha di fatto legalizzato l'abusivismo: si balla ovunque, in spiaggia, nei casolari, negli agriturismi, in campagna».

E i titolari delle discoteche «si sentono beffati, cornuti e mazziati. Loro devono stare alle regole, ma tutto intorno esplode l'abusivismo». C'è poi un altro aspetto, su cui torna Indino, legato alle bande di ragazzi che quest'estate hanno creato problemi in riviera, ad esempio dopo l'annullamento del concerto, il 21 agosto, del rapper 'Baby Gang', proprio al Byblos. «Ci sono stati vari episodi di violenza. Noi con i nostri locali aperti avremmo potuto tenerli sotto controllo: da noi venivano sopite sul nascere le loro velleità», ha detto Indino. La scorsa notte, a Riccione, sono stati denunciati altri sei ragazzi, tra i 18 e i 20 anni, per aver rapinato un turista in riva al mare.

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