Donato Furceri e Antonio Milia: il comandante ucciso nella caserma dei carabinieri e il brigadiere che gli ha sparato

di Redazione web
Venerdì 28 Ottobre 2022, 08:44 - Ultimo agg. 30 Giugno, 14:46
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È passata un'intera notte, prima che Antonio Milia si arrendesse ai colleghi dopo aver ucciso il suo comandante Donato Furceri, con tre colpi di pistola nella caserma di Asso. Il blitz all'alba ha chiuso la storia, tutti gli ostaggi sono stati liberati. Restano ora le macerie di una vita spezzata. Il militare ammazzato, dopo 35 anni di onorata carriera, lascia una moglie e tre figli.

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Chi era Donato Furceri

Donato Furceri aveva 58 anni. Originario di Palermo, stava servendo ad Asso da più di un anno. Si era trasferito nella caserma comasca nel febbraio 2021, dopo aver comandato la stazione dei carabinieri di Bellano, sul lago di Lecco, per 17 anni.

Il trasferimento si era reso necessario per alcune accuse su presunte relazioni con donne sposate, diventate "ingombranti" quando qualcuno aveva deciso di farlo sapere a tutti scrivendo sui muri della città. L'Arma aveva avviato un'inchiesta interna, ma il rispetto per il lavoro di Furceri è sempre rimasto, tanto che il trasferimento ad Asso non ha comportato nessuna degradazione. In passato Furceri era stato in servizio anche in Brianza e sul territorio aveva prestato servizio nell'Arma a Carate Brianza, in forza alla compagnia carabinieri di Seregno. Lascia una moglie e tre figli.

Chi è Antonio Milia

Antonio Milia ha origini sarde ma vive a Como. Il 18 ottobre era tornato in servizio nella stazione dei carabinieri di Asso, dopo un anno di stop. Era stato ricoverato presso il reparto di psichiatria dell'Ospedale di San Fermo della Battaglia (Como) poiché affetto da problemi di disagio psicologico e successivamente dimesso e posto in convalescenza per diversi mesi. Giudicato idoneo al servizio da una Commissione Medico Ospedaliera, era rientrato in servizio da alcuni giorni ed attualmente era in ferie. Sposato, con tre figlie, vive in caserma. 

I motivi dell'omicidio

 

Il comandante Doriano Furceri non voleva riammettere in servizio il brigadiere Antonio Milia, dopo la sospensione per motivi psichiatrici. Secondo quanto emerge da indiscrezioni in ambienti investigativi, sarebbe stata questa la causa scatenante, il motivo che ha portato il brigadiere ad avere una discussione con il superiore fino ad ucciderlo. La sospensione di Milia era arrivata in concomitanza con l'arrivo ad Asso di Furceri, nel febbraio 2021.

La decisione era stata presa dai vertici della Compagnia di Como in seguito ad alcuni comportamenti allarmanti, che avevano fatto emergere una tendenza suicida del militare, per via, sembra, di una crisi dei rapporti con la moglie. Gli era stata inoltre tolta la pistola di ordinanza. Il 18 ottobre era arrivato il reintegro in servizio da parte della commissione medica di Milano, senza alcuna limitazione. Ma Forceri non era d'accordo, per cui l'aveva messo in ferie forzate.

 

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