Donne cinesi, prostituzione e un sistema collaudato. L'operazione antiprostituzione effettuata dai carabinieri della compagnia di Roma Piazza Dante ha svelato come vengono gestiti nella Capitale gli appartamenti in cui si prostituiscono le donne cinesi. Quello ricostruito oggi dai carabinieri è lo stesso sistema con cui veniva gestito anche l'appartamento di via Riboty dove, secondo gli inquirenti, il 51enne Giandavide De Pau, ha accoltellato selvaggiamente uccidendo Li Yan Rong e Yang Yun Xia. La 55enne e la 45enne cinesi, erano le appendici di una complessa e ramificata organizzazione quasi certamente simile a quella svelata ieri dai carabinieri, anche se non risultano collegamenti diretti tra l'indagine in questione e l'appartamento di via Riboty.
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A fare da interfaccia con la clientela sono gli annunci pubblicati sui siti internet.
Le donne, tutte di età superiore ai 40 anni, ruotavano ogni due settimane in un circuito di appartamenti molto più ampio dei quattro individuati oggi, a dimostrazione dell'esistenza di un livello superiore dell'organizzazione. Quasi come esistesse una sorta di «scuderia» che gestisce un numero imprecisato di donne. Per quanto emerso finora dalle indagini sul caso di ieri, nessuna delle ragazze era costretta. E non sono state verificate violenze sulle donne, le quali percepivano stipendio. Alcune di loro erano irregolari in Italia e sulla loro posizione si sta ancora indagando. Il giro di affari per i quattro appartamenti, soltanto per la donna arrestata, era di 40 mila euro mensili.