Cena dell'8 marzo al ristorante, fuggono senza pagare. Dieci donne si pentono e (dopo alcuni giorni) tornano a saldare il conto

E' successo nel Barese. Una di loro è tornata e ha pagato per tutte le consumazioni dopo la minaccia di una denuncia e la pubblicazione del video della loro "scomparsa"

Cena dell'8 marzo al ristorante, fuggono senza pagare. Dieci donne si pentono e (dopo alcuni giorni) tornano a saldare il conto
di Michele Rubino
Sabato 11 Marzo 2023, 21:18 - Ultimo agg. 13 Marzo, 22:13
2 Minuti di Lettura

Sarà stato il clamore mediatico riscosso, sui social, dal post denuncia del locale vittima del gesto (pronto a procedere per vie legali) o, più semplicemente, la convivenza con un forte senso di colpa per l’atto compiuto.

Le dieci donne che, mercoledì scorso, 8 marzo, si erano dileguate dal Crazy Bull Cafè di Casamassima al momento di saldare il conto del proprio tavolo (200 euro per la cena della festa della donna), hanno saggiamente deciso di tornare sui propri passi.

Ilary Blasi a cena con Bastian a Roma: la prima foto social insieme (e c'è anche il cugino di Totti)

Il post 

Una di loro – fa sapere l’attività su Facebook - «si è presentata saldando tutte le consumazioni», dopo aver esposto «motivazioni dubbie e, guarda caso, concretizzatesi a distanza di tempo» dallo spiacevole episodio.

Uno come tanti altri avvenuti, purtroppo, presso lo stesso Crazy Bull.

 

«Ci piace considerare le persone che ci scelgono come ospiti ma ci attendiamo la stessa attenzione che riserviamo loro», ha rimarcato, con un filo di amarezza, l’american restaurant.

Cosa è successo

Le ragazze avevano mangiato, bevuto, consumato per una cifra di 200 euro. Ma poi avevano pensato bene di andare via senza pagare. Ad accorgersi dell'accaduto i titolari del noto locale american style disseminato di telecamere. E infatti proprio le immagini delle telecamere erano state girate agli inquirenti per individuare le autrici del gesto: «Certe condotte lasciano il sapore sgradevole dell'amarezza», commentavano i titolari in un lungo post su facebook. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA