Droga, il virus blocca le cure: «Le famiglie sono più sole»

Droga, il virus blocca le cure: «Le famiglie sono più sole»
di Daniela De Crescenzo
Giovedì 25 Giugno 2020, 08:30 - Ultimo agg. 13:01
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Il lockdown non ha fermato lo spaccio, ma ha fatto esplodere il dramma della droga in molte famiglie facendo crescere la domanda di ingressi a San Patrignano e in molte altre comunità. Durante il periodo di stop, infatti - lo raccontano gli operatori - si sono incrementate le consegne a domicilio, ma c'è stato anche chi si è improvvisato runner e chi si è messo in coda al supermercato aspettando la consegna della dose. E molti genitori si sono dovuti forzatamente confrontare con il problema della dipendenza dei propri figli: si sono consumati molti drammi. Le comunità, però, e non solo quella fondata da Vincenzo Muccioli, sono in difficoltà: la necessità di diminuire le presenze per garantire la sicurezza e lo stop alle attività produttive parallele, ha fatto calare le entrate proprio mentre si assottigliavano le donazioni. A San Patrignano nell'ultimo mese ci sono stati solo sedici nuovi ingressi contro una media mensile di 35. E così oggi tutte le comunità terranno un nuovo incontro web per denunciare la situazione di difficoltà. «Mai più invisibili» è lo slogan adottato per denunciare la mancanza di qualsiasi provvedimento per il contrasto delle tossicodipendenze all'interno dei numerosi decreti che si sono succeduti in questi mesi. Una mancanza che sta rendendo sempre più difficile la vita di tante famiglie sconvolte dal dramma della droga. E quanto incida la presenza di un tossico in famiglia lo racconta un dato tra tanti forniti dai responsabili di San Patrignano: la spesa media di ogni nucleo è di ben 586 euro all'anno. «Temiamo che il problema delle dipendenze possa crescere ulteriormente in questo momento e pesare sempre più sulle famiglie - spiega il presidente della comunità Alessandro Rodino Dal Pozzo - Ad oggi la spesa media familiare per le sostanze è pari a 586 euro, (calcolato sulla base dei 15,3 miliardi annui spesi in Italia in sostanze illegali - dati Relazione al Parlamento suddivisi fra le 26.081.199 famiglie italiane dati Istat 2018), una cifra spropositata che se confermata anche in questo anno diventerà un ulteriore macigno sulle casse delle famiglie. Per questo ritengo che l'attività della nostra e di tutte le comunità e i servizi oggi è quanto mai indispensabile, per limitare quanto più un'emergenza, quella della tossicodipendenza, di cui in questo periodo si è parlato poco, ma che è quanto mai attuale». E in vista della giornata internazionale contro l'abuso e il traffico di stupefacenti, che si terrà domani, i responsabili di San Patrignano hanno anche presentato, in una conferenza tenuta sul web, i dati sugli ingressi nella comunità nel 2019. Partiamo dalla Campania: dal '78 ad oggi sono entrati nella comunità 1.632 giovani. Ottanta sono quelli provenienti da Avellino, ottantuno quelli di Beneventi, 148 quelli di Caserta, 794 quelli di Napoli e 527 quelli di Salerno. Nell'ultimo anno analizzato, il 2019, appunto, la prima regione di provenienza delle persone accolte è l'Emilia Romagna (81), seguita da Toscana (49), Lombardia (44), Lazio (40) e Campania (32).
 


La cocaina si conferma come la droga più usata mentre l'eroina viene sempre più fumata. Tra i 460 arrivati nel 2019 il 92,8 per cento utilizzava coca (88,5 l'anno precedente), l'85,6 per cento derivati dalla cannabis. L'uso dell' eroina è invece diminuito ancora (40,6 per cento contro il 47per cento dell'anno precedente e il 57 per cento di due anni fa), seguita dall'ecstasy (34,1 per cento), ketamina (27,8 per cento), allucinogeni (20,9 per cento) e anfetamine (19,6 per cento). La cocaina non solo risulta la droga più utilizzata, ma è anche la sostanza da cui la persona dipende. Cresce leggermente anche la cannabis come droga primaria, con 9 ragazzi che hanno utilizzato unicamente questa sostanza. «Negli ultimi 10-15 anni si sta osservando in maniera graduale un cambiamento nell'epidemiologia dell'uso di droghe - sottolinea Antonio Boschini, responsabile terapeutico San Patrignano - La cannabis è sempre la prima sostanza con cui si entra in contatto (età media 14-15 anni). Poi segue un periodo di sperimentazione delle droghe sintetiche, nel contesto delle discoteche o dei rave (dai 16 ai 18 anni). Successivamente si entra in contatto con droghe come cocaina e eroina. Quasi tutti coloro che entrano a San Patrignano hanno fatto uso di cocaina e di cannabis. È cresciuto l'uso problematico di alcol, supera il 40 per cento, e quasi tutti oggi sono persone con più di una dipendenza». E si conferma un altro dato preoccupante: in media si entra in contatto con la droga a 15 anni e nell'87 per cento dei casi si comincia prima dei venti anni 20 anni.
Un primo contatto che si abbassa a 14 anni quando si parla di cannabis per alzarsi a 18-19 quando si parla di cocaina ed eroina inalata. Analizzando i dati degli ingressi del 2019, a chiedere aiuto alla comunità sono state 82 ragazze (17,8%) e 378 ragazzi (82,2%), con un'età media complessiva di 30 anni. 30 gli ingressi dei minorenni (12 ragazze e 18 ragazzi), ma i giovani continuano ad essere tanti, dato che sono 267 gli under 30, mentre sono 60 gli over 40 (il più anziano un uomo di 52 anni). Un problema tossicodipendenza che continua a colpire indirettamente anche tanti bimbi, visto che dei 460 entrati a San Patrignano, ben 103 (il 22,4%) hanno lasciato a casa almeno un figlio. 

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