Eclissi, ecco il sole «oscurato»: lo spettacolo torna dopo diciotto anni

Eclissi, ecco il sole «oscurato»: lo spettacolo torna dopo diciotto anni
di Antonio Menna
Martedì 25 Ottobre 2022, 07:44 - Ultimo agg. 17:23
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Lassù, in quella danza gioiosa tra il Sole, la Luna e la Terra, si mescolano le certezze della scienza e le suggestioni della poesia. Ecco perché oggi è una giornata di emozione collettiva: alza gli occhi al cielo lo scienziato e lo fa il poeta, nell'ora dell'eclissi di sole, cercando ognuno a suo modo uno spunto di riflessione, una tensione interna come avviene quando gli elementi della natura mostrano la loro potenza, annichilendoci.

L'appuntamento è fissato per le 11.26. Questo, l'orario, in cui stamattina l'eclissi di sole comincerà a mostrare i suoi effetti. Il fenomeno sarà visibile soprattutto sui cieli russi, in Siberia (80% di oscuramento). In Italia, l'allineamento massimo, con la Luna che si piazzerà tra Sole e Terra, proiettando la sua ombra, avverrà intorno alle 12.20. Sarà un'eclissi molto parziale: il disco solare verrà oscurato con una percentuale media del 22%, con punte maggiori sul quadrante di Belluno (27%), nel Nord-Est. A Napoli, e sull'area Nord-Ovest, il fenomeno sarà meno apprezzabile e tutto il movimento avverrà tra le 11.27 e le 13.24. L'orario previsto per il culmine, sulla città, è quello delle 12.25. Ma attenzione a non farsi abbagliare.

Lo spettacolo è unico ma bisogna resistere alla tentazione di guardarlo dritto. Tanti i pericoli per chi volesse ammirare l'eclissi a occhio nudo: gli esperti dell'Unione Astrofili italiani consigliano l'uso di lenti specifiche, di protezioni adeguate. L'ideale sarebbero binocoli professionali, già schermati, o addirittura telescopi con filtri appositi. Non bastano neppure i tradizionali occhiali da sole: l'osservazione prolungata non può essere solo attenuata ma deve essere rigorosamente filtrata. Eventualmente, però, ci sono anche i rimedi di una volta: non guardare dritto al cielo ma giocare con le ombre. Un cartoncino forato perfino uno scolapasta proietterà sul terreno un'ombra e lì dentro si potrà godere delle tre fasi dell'eclissi parziale. La prima è quella del contatto esterno: la luna (o la sua ombra) entra nel disco solare.

La seconda è quella del culmine: la luna va a occupare come effetto ottico parte della superficie del sole. La terza è il contatto esterno: la lenta uscita della luna dal sole. Non è il grande buio dell'eclissi totale, quell'inquietante spegnimento, ma negli orari giusti, anche una eclissi parziale, con percentuali non altissime, può dare l'emozione dell'evento.

Anche per la non comune frequenza del fenomeno, sono tanti i momenti in tutta Italia in cui oggi si condivide l'appuntamento. L'Unione Astrofili Italiani ha indetto il «Sun day», coinvolgendo la rete degli osservatori astronomici. Il fenomeno sarà visibile anche in rete, sul sito del Virtual telescope project, con una diretta dalle 11. Anche l'Istituto nazionale di astrofisica, con i telescopi Inaf di Bologna, Cagliari, Palermo, Roma e Trieste, mostrerà sui canali sociale di Edulnaf, l'eclissi parziale, con immagini provenienti anche da altre parti del mondo, soprattutto dove l'oscuramento sarà più visibile (Russia, Lituania, Norvegia, e poi Turchia ed Emirati). Chiusa la finestra di oggi, bisognerà attendere qualche anno per rivedere il fenomeno. Del resto, l'ultima eclissi totale osservabile in Italia è datata 15 febbraio 1961 (visibile soprattutto dal Piemonte al Lazio), e la prossima è prevista addirittura per il 2081. Più frequenti, naturalmente, quelle parziali. Le prossime visibili dall'Italia saranno il 12 agosto del 2026 e il 2 agosto del 2027, quest'ultima con percentuali di oscuramento molto ampie. L'ultima eclissi parziale osservata in Italia risale a oltre sette anni fa ma quelle più significative sono del 1999 e del 2005.

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Un fenomeno sempre accompagnato da una ondata di suggestione. In nessun luogo, come tra le stelle, si incontrano scienziati e artisti, mettendo insieme il sacro dell'astronomia e il profano dell'astrologia, come se nel cielo tutto fosse consentito. Se gli uomini di scienza restano ammirati dal fenomeno naturale, c'è chi dà al fenomeno significati spirituali, extrasensoriali, in un vero rito della grande suggestione. Per i Maya le eclissi erano foriere di tragedie, come se il cielo mostrasse il suo malumore. Presagio di danno anche per gli antichi egizi mentre nella cultura dell'antica Cina, l'oscuramento del sole era l'ombra di un grande drago affamato, ancora una volta un segno divino, la parola del cielo.

Molto più concreto è invece il movimento nel mondo animale. Una quantità infinita, e osservata, di mammiferi e di uccelli muta radicalmente umore e comportamento. Il cambio di luce, di temperatura, perfino il soffio del vento magari impercettibili per noi diventa per alcuni segmenti del mondo animale un segnale forte, insostenibile. Le eclissi mandano in agitazioni e in ansia motoria i cani, per esempio, e anche cavalli e fenicotteri: potrebbero avere reazioni di paura. Potrebbero invece uscire improvvisamente dal loro rifugi, ovini e bovini. Certa anche la reazione di molti uccelli. Voli frenetici nel cielo mentre le api fanno esattamente il contrario: interrompono di colpo i loro spostamenti, si posano attente, quasi si paralizzano, percependo in quell'improvviso abbassamento della luce, un segnale sinistro di pericolo. Smettono di cercare i fiori e vanno, invece, a cercare altre api per provare a riparare negli alveari. Non proprio una festa ma la grande paura che viene dal cielo.

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