Funivia Mottarone, Eitan dimesso dall'ospedale: i familiari adesso pensano all'affido

Eitan dimesso dall'ospedale
Eitan dimesso dall'ospedale
Giovedì 10 Giugno 2021, 11:49 - Ultimo agg. 11 Giugno, 07:06
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I familiari di Eitan Biran, il piccolo di 5 anni unico sopravvissuto alla strage del Mottarone, in cui sono morti il papà Amit, mamma Tal, il fratellino Tom, oltre ai bisnonni e ad altri passeggeri, si sono rivolti ai legali perché starebbero pensando all'affido.

Eitan è stato dimesso questa mattina dal reparto Isola di Margherita dell'ospedale Regina Margherita. Il piccolo è tornato in ambulanza a casa, a Pavia, accompagnato dalla zia Aya, medico e madre di due bimbi, che in questi giorni «vive per lui» come ha spiegato il presidente della comunità ebraica Milo Hasbani. Ora le sue condizioni sono molto migliorate. Proseguirà il percorso terapeutico dal punto di vista psicologico ed effettuerà future visite di controllo.

Mottarone, Eitan si sveglia: «Dove sono mamma e papà?». Il bimbo è stabile e accanto a lui c'è la zia Aya

La tragica telefonata

«È il 118, salve.

Stiamo mandando un pò di mezzi, quelli che riusciamo a recuperare. Non so se vi hanno detto, a Stresa pare sia caduta una cabina... aspetti, scusi un attimo.... si è schiantata una cabina... è caduta una cabina alla funivia di Stresa». Sono passate da poco le 12 di domenica 23 maggio quando l'operatore del 118, una donna, comunica con queste parole ai carabinieri di Verbania quanto è appena accaduto al Mottarone. Le notizie sono ancora frammentarie, il momento è concitato, ma i nervi sono saldi. Ci sono delle persone da soccorrere ed è questa la priorità dell'operatrice del soccorso e del carabiniere dall'altra parte della cornetta. La conversazione dura meno di tre minuti ed è spesso interrotta. L'operatrice del 118 cerca maggiori informazioni, il carabiniere impartisce le prime istruzioni alle pattuglie. «Sto mandando la medicalizzata, mando l'elicottero... ok, mandiamo la medicalizzata e i vigili del fuoco», dice la donna ai colleghi della centrale.

«Ma è sopra, in cima al Mottarone, quindi?», chiede. «È sopra in cima...» «Alpino o Mottarone?» chiede il carabiniere. «Mi dicono in cima al Mottarone - è la risposta - che casino che casino...». Quel «che casino» è l'unica concessione all'emozione del momento. «Aspetti un attimo...», chiede la donna per ottenere altre informazioni. La pausa serve al militare dell'Arma per mettersi in contatto con le pattuglie. «Nor da Verbania, nor. Vai verso Stresa poi ti dico». «Stresa da centrale, stai lì in zona che appena so dove è successo ti dico. Un attimo che ho il 118 in linea».

Un attimo dopo arrivano le prime indicazioni dell'operatrice: «inizio a mandarvi lì, ma stiamo cercando di capire perché pare che la cabina sia caduta in mezzo al bosco, ma non sappiamo di preciso dove. Pare non sia raggiungibile da terra», dice con le parole sempre più veloci una dopo l'altra. «All'interno c'erano almeno sei persone, non si sa le condizioni, sicuramente sono gravissimi. La devo salutare perché devo gestire tutto l'intervento». «Ok, appena possibile mi fate sapere a che altezza?», è la preoccupazione del carabinieri. «Assolutamente si», la risposta del 118. La conversazione a questo punto si interrompe, ma la macchina dei soccorsi è già in moto, a conferma della prontezza dell'intervento e della grande professionalità di tutte le persone impiegate, che purtroppo non impedirà a questa tragedia di assumere le proporzioni ormai note, con quattordici vittime e il solo Eitan, di cinque anni, sopravvissuto a quel volo.

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