Al sicuro tra le braccia di un poliziotto. E' apparso così il piccolo Eitan all'arrivo all'aeroporto di Bergamo. «Eitan era felice, mi ha detto: sono contento di essere tornato a casa» racconta il poliziotto della Squadra Mobile di Pavia, Andrea Lenoci, che ha portato in braccio a casa Eitan a Travacò Siccomario (Pavia). Appena partito dall'aeroporto, il piccolo si è addormentato e si è svegliato solo al momento dell'arrivo. Molto emozionata era anche la zia Aya Biran Nirko abbracciata dal marito Or.
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La famiglia "italiana" di Eitan si mostra commossa per quella che sembra essere la fine dell'ultimo calvario per il bimbo di 6 anni, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone nel quale ha persone i genitori e il fratellino. Vittima di un'aspra controversia tra le famiglie del padre e della madre, il piccolo Eitan si è trovato a vivere in un Paese che aveva lasciato quando aveva poco più di un anno e dove poi ha trascorso le vacanze.
Ora è in Italia, dove vivrà "stabilmente", come riportano i legali che hanno vinto la battaglia in tribunale contro il nonno materno, Shmuel Peleg, che aveva rapito Eitan e portato in Israele a settembre. Gli avvocati della zia Aya Biran hanno rinnovato l'appello «per permettere ad Eitan di riprendere la sua vita di bambino di 6 anni». Ora, hanno detto, «si spengano i riflettori sulla sua vita privata e si apra una nuova fase che gli consenta un percorso di crescita più sereno, ancora più necessario se si considera la terribile tragedia che l'ha coinvolto».