Morta Eleonora Caire, 33enne medico torinese: precipitata dal pendio di una montagna mentre faceva scialpinismo

Scalate e pet therapy le passioni della dottoressa torinese scomparsa

Morta Eleonora Caire, 33enne medico torinese: precipitata dal pendio di una montagna mentre faceva scialpinismo
Morta Eleonora Caire, 33enne medico torinese: precipitata dal pendio di una montagna mentre faceva scialpinismo
Martedì 21 Marzo 2023, 14:59 - Ultimo agg. 22 Marzo, 11:08
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La montagna e gli animali erano le sue grandi passioni, una di queste purtroppo le è costata la vita. Eleonora Caire, medico di 33 anni nato a Torino ma residente nel comune valdostano di Courmayeur, ai piedi del Monte Bianco, è morta ieri all'ospedale Santa Croce di Cuneo, in seguito a un brutto incidente avvenuto lo scorso 18 marzo mentre faceva scialpinismo sul Monte Marguareis, a Chiusa di Pesio, insieme ad altri due amici rimasti lievemente feriti: durante la discesa del "canale dei torinesi", Eleonora e i suoi compagni sono caduti in modo accidentale.

I tre sono sono stati soccorsi in elicottero, ma per la 33enne - le cui condizioni sono apparse gravisssime da subito - non c'è stato nulla da fare: a circa due giorni dal ricovero, i dottori hanno dichiarato la morte cerebrale. 

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«I medici hanno fatto tutto il possibile per salvarla e coloro che le volevano bene hanno pregato per lei, ma, sfortunatamente, l’impatto era stato troppo forte - si legge in un post diffuso dai familiari su Facebook - Come sicuramente "Ele" avrebbe desiderato, abbiamo dato il consenso alla donazione dei suoi organi, che continueranno così a vivere e, chissà, a donare a qualcuno un po' di quella vita che tanto amava.

Ci hanno detto che non dovrebbe avere sofferto, avendo probabilmente perso i sensi all’inizio dell’incidente».

Tra Montagna e Pet Terapy: ecco chi era Eleonora Caire

Eleonora si era diplomata al liceo Valsalice e poi aveva conseguito la laurea in Medicina, con specializzazione in "Pet therapy", all'Università di Torino. Durante la pandemia, a partire da Natale 2020, aveva avviato con alcuni colleghi dell'Asl Città di Torino il progetto "Àncora" - promosso in tutto il nord Italia - che prevedeva l'impiego di cani come misura assistenziale ai malati di Covid in terapia intensiva.

In sostanza, l'idea era quella di regalare un contatto "reale" ai pazienti, soprattutto ai bambini, i quali, oltre a febbre e problemi di respirazione, non di rado mostravano anche sintomi da stress post-traumatico. 

La passione per gli animali e il loro "potere" terapeutico si accompagnava a quella delle scalate ad alta quota: "L'essenziale è invisibile agli occhi...forse non sempre", scriveva lo scorso 17 febbraio, proprio dopo aver raggiunto una delle sue vette preferite. 

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