Caso Scieri, arrestato ex commilitone per concorso in omicidio: «Fu nonnismo, lo hanno lasciato morire»

Parà morto in caserma, un arresto per la morte di Emanuele Scieri
Parà morto in caserma, un arresto per la morte di Emanuele Scieri
Giovedì 2 Agosto 2018, 09:09 - Ultimo agg. 3 Agosto, 19:10
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Un arresto da parte della Polizia di Stato nell'ambito delle indagini sulla morte di Emanuele Scieri, il 26enne siracusano, parà di leva, trovato morto il 16 agosto di 19 anni fa nella caserma Gamerra di Pisa, centro di addestramento della Folgore. Dagli inquirenti nessun commento al momento: una conferenza stampa è stata convocata per le 11.30 in procura a Pisa per illustrare gli sviluppi delle indagini.


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Emanuele Scieri fu trovato morto  il 17 agosto 1999, ai piedi di una scaletta della caserma Gamerra di Pisa, dove, secondo la commissione Parlamentare d'inchiesta «avvenivano gravi atti di violenza, non riconducibili a semplice goliardia».

«L'indagine - ha detto il procuratore di Pisa Alessandro Crini - ha consentito di perfezionare la conoscenza relativa al nonnismo: questo dato emerge anche con modalità tali da ritenere che contro Scieri ci sia stata un'aggressione da parte dei "nonni" anche mentre era a terra. Si tratta di ipotesi indiziarie che sono suffragate anche dalle consulenze tecniche allegate alle conclusioni della commissione parlamentare d'indagine». 

«Abbiamo ritenuto di accertare la permanenza in vita di Scieri - ha aggiunto - e siamo arrivati alla conclusione che ci fosse il tempo per soccorrere Emanuele e per questo contestiamo l'omicidio volontario proprio perché il giovane è stato lasciato agonizzante a terra.
Questa dinamica - ha aggiunto - non è una nostra congettura ma ricavata dai vecchi accertamenti attualizzata con quelli peritali effettuati dalla commissione parlamentare. Sulle modalità con cui si sarebbero svolti i fatti c'è stata sostanziale condivisione anche con le testimonianze che abbiamo raccolto e ciò dimostra che la nostra ipotesi accusatoria non è campata in aria».


«Sono incredulo, è stata un'emozione fortissima...». Così Francesco Scieri, al telefono con Carlo Garozzo, presidente dell'associazione «Giustizia per Lele», sugli sviluppi dell'inchiesta della Procura di Pisa.
 
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