Er Pantera, il clochard Simone Lopetti da vittima a rapinatore: arrestato a San Calisto per minacce e resistenza

Il 58enne era diventato famoso sui social dopo essere stato picchiato a Trastevere

Er Pantera, il clochard Simone Lopetti da vittima a rapinatore: arrestato a San Calisto per minacce e resistenza
di Camilla Mozzetti e Andrea Noci
Martedì 6 Giugno 2023, 22:31 - Ultimo agg. 7 Giugno, 11:57
4 Minuti di Lettura

Dalla movida e dai video virali sui social, alle aule di tribunale. Simone Lopetti, conosciuto ai più come “Er Pantera”, per certi aspetti uno dei protagonisti delle serate romane trasteverine, è stato arrestato e condannato a un anno e due mesi per tentata estorsione.

Trastevere, ancora sangue: ragazzo di 22 anni accoltellato per una lite condominiale

Ubriaco, con un coltello in mano, verso le 22 di lunedì sera, ha creato il panico in una bar di piazza San Calisto. È entrato e ha minacciato sia i dipendenti che i clienti del locale: «Se non mi date le sigarette vi ammazzo tutti».

Comparso ieri in aula a piazzale Clodio, i giudici ne hanno convalidato l’arresto disponendo l’obbligo di firma. Al termine del rito abbreviato, è stato condannato. Il pm aveva chiesto una condanna a due anni e due mesi perché «per procurarsi un ingiusto profitto, mediante violenza e minacce, - come scritto sul capo d’imputazione - compiva atti idonei diretti in modo non equivoco ad impossessarsi di sigarette sottraendole ai dipendenti e agli avventori del locale, non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla sua volontà». 


IL CAMBIO DI REATO
In aula “Er pantera” ha riconosciuto l’errore, chiedendo scusa ai giudici, ma ha comunque provato a giustificarsi dicendo di aver bevuto e di non ricordare nello specifico cosa fosse successo. Arrestato dai carabinieri della compagnia Trastevere, è stato inizialmente accusato di tentata rapina. L’avvocato difensore, in sede di convalida, ha chiesto la riqualificazione del fatto a minaccia aggravata e porto ingiustificato di coltello. Una richiesta non accolta dai giudici, che però hanno ritenuto più giusto procedere per il reato di tentata estorsione. Lo showman di piazza Trilussa non è nuovo nella città giudiziaria. In passato è già stato condannato sia per maltrattamenti che estorsione. E poi su di lui pendono diverse denunce a piede libero: è accusato di resistenza a pubblico ufficiale, stalking e atti sessuali. Anche per questo il tribunale dell’ottava sezione collegiale ha deciso di assegnarli la misura cautelare dell’obbligo di firma.


IL PERCORSO
L’uomo, 58 anni, cresciuto al Quartaccio da tempo si è trasferito a Trastevere e qui è diventato anche famoso per via dei suoi trascorsi, a tal punto da spopolare sui social. C’è chi non perde occasione per immortalarlo e creare storie o “reel”. Non ha di fatto un domicilio, vive in strada, tra piazza Trilussa, piazza Gioacchino Belli e via San Francesco a Ripa. Nel novembre dello scorso anno rimase vittima di un brutto pestaggio: un gruppo di ragazzi lo circondarono e lo massacrarono a suon di pugni e calci. Lopetti non riuscì a difendersi, perché stordito dall’alcol era già in terra quando il gruppo gli si scagliò contro. La polizia riuscì a identificare i partecipanti del pestaggio grazie ai video che i passanti girarono durante le fasi dell’aggressione che vennero poi diffusi via social. Da allora è diventato un personaggio che a Trastevere tutti conoscono e per il quale in molti si divertono a creare storie su Instagram e TikTok ma questo non fa di lui, considerati i precedenti, un innocuo o un ingenuo. Nel corso dei mesi e anche prima di finire al centro del pestaggio, prese parte o innescò una serie numerosa di rissa con altri senzatetto che vivono nel Rione. Da come ricostruito poi ieri in tribunale ha alle spalle episodi di violenza, tentata estorsione e pure stalking. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA