L'Etna non si ferma, nuova fontana di lava e nube alta 9 km visibile da Taormina

L'Etna non si ferma, nuova fontana di lava e nube alta 9 km visibile da Taormina
Martedì 21 Settembre 2021, 11:30 - Ultimo agg. 12:25
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Un'intensa emissione di cenere lavica collegata alla ripresa di una forte attività stromboliana è registrata dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio etneo, dal cratere di Sud-Est dell'Etna. La nube, che ha raggiunto un'altezza di 9 chilometri ed e visibile anche da Catania e Taormina, si disperde in direzione Est-Nord-Est. Continua l'aumento dell'ampiezza media del tremore vulcanico con tendenza ad ulteriore incremento. Il centroide delle sorgenti del tremore vulcanico è localizzato nell'area del Cratere di Sud-Est ad una elevazione di circa 2.900-3.000 m sul livello del mare. Dalle ore 08:55, contestualmente alla ripresa dell'attività stromboliana, si registra l'inizio di attività infrasonica. L'Ingv ha emesso un allerta per il volo (Vona) di colore rosso, ma l'attuale attività dell' Etna non impatta sull'operatività dell'aeroporto internazionale di Catania che continua al momento a restare aperto. Nuovo parossismo dell' Etna dunque dopo 20 giorni di pausa.

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«Sono oltre sette mesi che le eruzioni dell' Etna colpiscono pesantemente le aziende agricole presenti nell'area con danni spesso irreparabili alle coltivazioni ai quali si aggiungono i disagi per chi è costretto alla pulizia straordinaria delle canalette di scolo, o alle pulizia delle strade rurali».

Lo afferma la Coldiretti sulla nube eruttiva emessa dal cratere di Sud-Est del vulcano. «Un'ulteriore dimostrazione - sottolinea Coldiretti - che siamo di fronte a cambiamenti per il vulcano e che quindi bisogna avviare un nuovo sistema di interventi che salvaguardi anche gli imprenditori agricoli con norme celeri e ad hoc. È una emergenza continua, una vera e propria calamità quotidiana. Per pulire le strutture e le coltivazioni - conclude la Coldiretti - serve tempo, acqua e quindi l'impiego massiccio di manodopera con costi insostenibili». 

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