Ex insegnante sfrattata a 93 anni dalla polizia, viveva da un anno senza acqua ed energia elettrica

L'anziana durante lo sfratto
L'anziana durante lo sfratto
di Nicoletta Gigli
Domenica 3 Dicembre 2017, 12:37 - Ultimo agg. 4 Dicembre, 15:55
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«Sono vittima della legge sui patti in deroga. Vivevo in via Frattina, a Roma, ma quando mi hanno triplicato il canone d’affitto ho dovuto cambiare città. Alla fine per disgrazia sono arrivata qui. Maria, ha 93 anni. Sono le dieci di mattina quando alla porta di casa suona la polizia con in mano uno sfratto esecutivo. Eppure l’anziana, che ha una pensione da 600 euro, non è di certo una che non voleva pagare l’affitto. E’ un’ex insegnante di ottima famiglia, colta e lucidissima, la donna che all’ora di pranzo sta aspettando che arrivi il taxi che l’accompagni in una pensione della città. Con sua figlia, Cristina, 62 anni, esperta in traduzioni scientifiche, ha vissuto per due anni in una casa presa in affitto in via Emilia, a Borgo Bovio.
Da un anno e mezzo madre e figlia vivono senza l’acqua e l’energia elettrica. Per lavarsi vanno in una fontana pubblica e la luce arriva solo dalle torce. Quella che raccontano, alla presenza del loro legale, Norma Festucci, è una storia da far accapponare la pelle. Che ha dell’incredibile. Maria e Cristina sarebbero state vittime di un’agenzia immobiliare e con loro sarebbe stato raggirato anche il proprietario dell’appartamento. Firmammo il contratto in agenzia due anni fa - racconta Cristina - pagammo 1350 euro convinte di aver pattuito un affitto secondo le regole. Un canone mensile da 360 euro che potevamo pagare senza difficoltà. Purtroppo non è stato così: la copia di quel contratto non l’abbiamo mai ricevuta».
Mentre polizia e avvocati, con in mano lo sfratto esecutivo, cercano un tetto provvisorio per madre e figlia, il racconto di un’odissea che assomiglia ad un film dell’orrore. Il proprietario quel contratto e i soldi dell’affitto non li avrebbe mai visti, tanto che le utenze sono rimaste sempre intestate a lui. Che dopo un paio di mesi invitò le due donne, convinto di stare nel giusto e non avendo ricevuto il canone pagato all’agenzia, a lasciare l’appartamento. Qualche mese dopo il distacco di acqua e luce. Per Maria e Cristina un anno e mezzo di passione, passato in una casa gelida d’inverno senza potersi neppure lavare. «Oggi sto vivendo io questa situazione drammatica - dice con grande dignità la 93enne mentre prepara le sue cose per andare in albergo - ma la mia storia è comune a tante altre famiglie che non hanno voce, che magari per vergogna non hanno la forza di uscire allo scoperto. Quello che stiamo vivendo purtroppo capita a tanta gente, tra l’indifferenza generale. E va raccontato perché altri non debbano ritrovarsi a combattere con situazioni drammatiche come la nostra». E’ l’ora di pranzo quando madre e figlia salgono sul taxi per essere accompagnate in un albergo della città. Tra l’imbarazzo di chi si è trovato a dover svolgere la triste incombenza di mandar via di casa una donna di oltre novant’anni. Madre e figlia non vogliono assolutamente separarsi dai loro due cani. Alla fine saranno accontentate e potranno portarli con loro nella stanza dove trascorreranno qualche notte. L’avvocato Norma Festucci si è presa a cuore la triste vicenda che stanno vivendo Maria e sua figlia. Nella serata di ieri ha preso contatti con il Nai, il servizio di polizia locale di Trastevere che affronta le emergenze di chi si ritrova senza un tetto. Abbiamo una disponibilità mensile per poter trovare una sistemazione dignitosa - dice Maria - non chiedo tanto. Spero solo di poter presto dormire nel mio letto, di poter avere due stanze sufficienti ad ospitare noi due e i nostri amati cani».
 
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