Fabrizio Corona ottiene affidamento terapeutico in comunità. «Dipendenza patologica dai guadagni»

Corona ottiene l'affidamento terapeutico in comunità. «Dipendenza patologica dai guadagni»
Corona ottiene l'affidamento terapeutico in comunità. «Dipendenza patologica dai guadagni»
Martedì 31 Maggio 2022, 14:20 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 08:16
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Il fine pena per Fabrizio Corona, 48 anni, è previsto per il 17 settembre 2024. L'ex agente fotografico ha infatti ancora in corso procedimenti per truffa, diffamazione, percosse, minaccia, tentata evasione, danneggiamento aggravato, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. E per questo era in detenzione domiciliare. Ma il Tribunale di Sorveglianza di Milano, accogliendo l'istanza dei legali dell'ex re dei paparazzi (gli avvocati Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra), ha deciso che Corona finirà di scontare la pena che gli resta facendo volontariato in una comunità di riabilitazione del monzese, a Limbiate, per 4 ore a settimana ogni venerdì. La scelta dei giudici si è basata sui «miglioramenti» nel comportamento di Corona e che un «percorso terapeutico appare idoneo ai bisogni di cura» al fine di promuovere e valorizzare una sua «riabilitazione».

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Il provvedimento 

C'è la speranza, secondo i guidici, che ciò possa aiutare Corona a superare «importanti fragilità personali», anche perché - si legge ancora nel provvedimento - soffre di una «patologia psichiatrica». L'ex fotografo ha portato avanti «un lavoro introspettivo» anche sulla sua «dipendenza patologica dai guadagni». La Sorveglianza fa presente ancora che Corona ha «complesse e peculiari problematiche di tossicodipendenza, psichiatriche, socio-lavorative e familiari».

E che alcune delle sue «sporadiche trasgressioni», anche se sono da «stigmatizzare», vanno inserite «in un quadro complessivo soddisfacente circa l'adesione del Corona al programma terapeutico-riabilitativo».

 

E sta superando «il periodo critico contrassegnato dalle difficoltà di 'starè nelle norme e regole». Sta iniziando «a considerare il proprio benessere ed equilibrio come valori primari». Ora per i giudici serve una «nuova fase di passaggio terapeutico» con l'inserimento dell'ex agente fotografico nella comunità per 4 ore a settimana, luogo dove è già stato ospitato nel suo percorso di cure e dove dovrà fare anche «attività di volontariato». Nell'ultimo anno, conclude la Sorveglianza, non ha mai violato in maniera «grave» le prescrizioni della detenzione domiciliare.

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