Falsi crediti Iva per 14 milioni, sequestri e 59 denunce: ma gli ideatori della frode fuggono all'estero

Falsi crediti Iva per 14 milioni, sequestri e 59 denunce: ma gli ideatori della frode fuggono all'estero
Sabato 21 Luglio 2018, 10:20 - Ultimo agg. 16:16
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Il sequestro di beni mobili e immobili per 4 milioni, 59 persone denunciate. Questo il bilancio di una operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Parma - sotto la direzione della Procura della città emiliana - per scardinare una organizzazione criminale dedita alla frode fiscale alla luce della scoperta di falsi crediti Iva per 14 milioni. Due imprenditori, considerati gli organizzatori della frode, di origine campana ma residenti all'estero, sono anche destinatari di una ordinanza di custodia cautelare in carcere: attualmente irreperibili, sono in corso le loro ricerche. Il meccanismo ideato, dicono gli investigatori, prevedeva la creazione o l'acquisizione di società poi affidate a rappresentanti legali, quasi sempre extracomunitari, risultati dei prestanome.

Nelle prime dichiarazioni fiscali presentate venivano esposti falsi crediti Iva generati da costi mai sostenuti, non documentati o supportati da false fatture. In seconda battuta i crediti fittizi venivano ceduti ad altre società o cooperative effettivamente operanti, gestite di fatto dai due imprenditori ed attive in diverse province del Nord Italia nel fornire personale per i settori della meccanica e dell'edilizia. Le società operative utilizzavano i crediti fittizi acquisiti per compensare reali debiti tributari e previdenziali maturati nel tempo. I Finanzieri hanno ricostruito crediti fittizi per un importo complessivo di circa 14 milioni, di cui 4 già indebitamente utilizzati in compensazione.

Sulla base dell'attività svolta, il Gip di Parma su richiesta della Procura ha emesso ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due imprenditori mentre altre 57 persone riconducibili a 92 società sono state denunciate a piede libero.
La Procura ha inoltre ottenuto il sequestro di beni per 4 milioni: le quote di 5 società, le auto di lusso intestate ai soggetti coinvolti, due terreni ed un immobile in provincia di Napoli, quattro fabbricati in provincia di Parma oltre a 1,5 milioni in contanti. I finanzieri hanno eseguito anche una cinquantina di perquisizioni.
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