Falso Moet & Chandon, la Finanza
sequestra bottiglie ed etichette

Lo stabilimento dove veniva imbottigliato
Lo stabilimento dove veniva imbottigliato
Lunedì 1 Febbraio 2016, 15:02 - Ultimo agg. 18:32
2 Minuti di Lettura

PADOVA - La Guardia di Finanza di Padova ha sequestrato 9.200 bottiglie di vino, 40.000 etichette e 4.200 scatole, tutte recanti indebitamente il marchio dello champagne 'Moet & Chandon'. La vendita delle sole bottiglie rinvenute avrebbe fruttato all'organizzazione un introito di circa 350.000 euro; importo destinato a lievitare ad oltre 1,8 milioni di euro se si considerano le decine di migliaia di etichette stampate a Napoli pronte all'uso. Una volta accertata la genuinità del vino, d'intesa con l'Autorità Giudiziaria, le Fiamme Gialle hanno donato le bottiglie sequestrate, dopo l'asportazione di tutte le etichette e segni distintivi del marchio contraffatto, ad alcune associazioni che operano nel Veneto.

L’indagine trae origine da un controllo effettuato dai finanzieri del Gruppo di Padova presso un esercizio commerciale della provincia all’interno del quale, tra l’altro, si è posta l’attenzione sull’etichetta di una bottiglia di champagne priva del lotto di fabbricazione. Partendo da quel dettaglio le Fiamme Gialle hanno localizzato un capannone in aperta campagna, al confine tra i comuni di Selvazzano ed Abano Terme, in provincia di Padova, adibito a laboratorio clandestino, nel quale venivano apposte etichette contraffatte di champagne del noto marchio “Moet & Chandon"” su bottiglie contenenti un semplice prosecco.
Nel capannone erano presenti otto persone, di cui alcune di origine Sinti, gravate da numerosi precedenti penali. intente a confezionare ed inscatolare le bottiglie di vino. Il finto champagne sarebbe poi finito sulle tavole degli ignari consumatori, italiani e non solo.
L’analisi del prodotto vinoso sequestrato, effettuata dal laboratorio chimico dell’Agenzia delle Dogane, ha accertato la genuinità del prodotto, che è stato classificato come “vino bianco spumante” con un titolo alcolometrico di 11,62. 

La truffa è stata pensata da due coniugi di Valdobbiadene: Claudio Rebuli, 47 anni, e Alica Dorciokova, 43.

© RIPRODUZIONE RISERVATA