Associazione a delinquere specializzata in frode fiscale e riciclaggio: 14 misure cautelari, 4 interdittive e sequestri per oltri 58 milioni di euro. Le menti organizzative erano, secondo gli inquirenti, due imprenditori originari di Padova, specializzati nel settore della cancelleria. Dalle prime luci dell’alba, i finanzieri del comando provinciale di Bolzano, con la collaborazione di altri Reparti del Corpo delle province di Padova, Rovigo, Venezia, Vicenza, Lecco, Bologna, Milano e Roma, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 soggetti, indiziati, allo stato delle indagini e salva la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva, dei reati di associazione a delinquere, finalizzata alla frode IVA intracomunitaria, al riciclaggio e auto riciclaggio.
Le indagini hanno avuto inizio nel 2020 nel settore del commercio di materiale da cancelleria e di consumo per le apparecchiature di stampa.
Tale fraudolento meccanismo di evasione dell’Iva comunitaria ha consentito ai due imprenditori ed ai loro principali fiancheggiatori di rivendere i prodotti importati a prezzi estremamente vantaggiosi, con alterazione dei principi di leale concorrenza sul mercato.
Gli indagati avevano attribuito la titolarità formale delle circa 30 società coinvolte nella frode, a compiacenti teste di legno, persone perlopiù indigenti e disposte a farsi carico delle eventuali responsabilità derivanti dalla loro amministrazione. A tali soggetti era ricondotto, in particolare, il debito IVA nei confronti dell’Erario, ben sapendo che l’Iva non sarebbe stata versata e che ogni tentativo di recupero dell’imposta evasa si sarebbe rivelato vano, trattandosi di soggetti senza alcun patrimonio aggredibile.
La società cassaforte con un patrimonio di Ferrari, auto di lusso e ville. Al contempo, gli indagati avevano costituito ulteriori società “cassaforte”, con l’intento di schermare l’importante patrimonio (tra gli altri, una Ferrari, numerose altre supercar e beni immobili di pregio) acquisito utilizzando i profitti della frode, stimato in oltre 58 milioni di euro. L’attività di riciclaggio veniva finalizzata a remunerativi investimenti, sia in Italia che all’estero, nel settore turistico, nel campo della ristorazione, nel campo immobiliare, e anche per l’acquisto di cripto-valute.