Filippo, 15 anni, massacrato di botte dal branco: «Potevo fare la fine di Willy, ora voglio giustizia»

Filippo, 15 anni, massacrato di botte dal branco: «Potevo fare la fine di Willy, ora voglio giustizia»
Filippo, 15 anni, massacrato di botte dal branco: «Potevo fare la fine di Willy, ora voglio giustizia»
Sabato 19 Settembre 2020, 22:37 - Ultimo agg. 22:39
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«La vicenda di Willy mi ha colpito molto, perché ho rischiato seriamente di fare la stessa fine». Inizia così il racconto di Filippo, un 15enne che poco più di un mese fa era stato massacrato di botte da un gruppo di quattro ragazzi, mentre si trovava in vacanza a Marina di Pietrasanta, ospite di un amico.

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Ancora convalescente, il ragazzo ha riportato danni permanenti alla mascella e oggi racconta al Corriere della Sera l'incubo vissuto nella notte di Ferragosto. «Una sensazione terribile, che ho riprovato quando ho letto della tragedia di Willy. Senza il dolore fisico, ma con la stessa angoscia e la stessa sensazione lugubre e oscura» - spiega Filippo - «Mi sono detto che dovevo fare qualcosa di buono per fermare questa violenza dilagante, vorrei dire ai miei coetanei "Vi prego, fermatevi finché siete in tempo". Perché se vi sporcate l'anima poi siete perduti per sempre».

L'incubo di Filippo è nato quando, mentre si trovava in vacanza, aveva sentito le grida di aiuto di una ragazza che era stata violentata. Sul posto erano giunti anche quattro ragazzi, convinti che lui fosse lo stupratore, e che avevano deciso di aggredirlo. «Per tre volte mi sono alzato e per tre volte mi hanno gettato a terra, colpendomi con calci e pugni. Sembravano impazziti, mi colpivano e ridevano. Stavo per svenire quando ho sentito il medico dell'ambulanza gridare che dovevo restare sveglio a tutti i costi, lì ho capito che dovevo fare di tutto per restare vivo. La mia mandibola non tornerà più come prima, apro la bocca a fatica, ho spesso dolori e continuo a non ingerire cibi troppo solidi» - racconta il ragazzo - «Quello che è successo ormai è passato, ma spero di ottenere giustizia. Quei ragazzi potevano uccidermi e non mi hanno neanche chiesto scusa. Mi hanno massacrato mentre ero ospite della famiglia di un mio amico, ero felice di essere in vacanza, stavo vivendo giorni spensierati».

L'amarezza per l'accaduto è riemersa con la drammatica vicenda della morte di Willy a Colleferro. Filippo spiega: «Non mi fa male ciò che è accaduto a me, mi fa male sentire di essere accerchiato da tutta questa violenza. Negli ultimi cinque anni mi sembra cresciuta a dismisura, ogni giorno si legge di risse e azioni punitive di bande di adolescenti. Picchiare qualcuno è diventata una moda, io sono un non violento e sapete dove ho imparato ad esserlo? Con lo sport, che insegna la disciplina del corpo e della mente. Oggi invece vedo coetanei che pensano di spaccare tutto, si sentono forti e invincibili. Secondo me, hanno visto troppi film e non hanno avuto buoni genitori».
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