Fiumicino, sequestrata dalla Guardia di finanza un'area di 45 metri quadrati con edifici fatiscenti sulla spiaggia di Coccia di Morto

I finanzieri davanti alla piscina trasformata in discarica
I finanzieri davanti alla piscina trasformata in discarica
di Umberto Serenelli
Giovedì 9 Giugno 2022, 08:13 - Ultimo agg. 10:00
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Stop al degrado ambientale sulla spiaggia di Coccia di Morto a Fiumicino. La Compagnia della Guardia di Finanza di Fiumicino città, comandata dal maggiore Gabriele Agostini, ha fatto scattare i sigilli su un’area di 45mila metri quadrati, a due passi dalla battigia, per abbandono e deposito incontrollato di rifiuti. Nel tratto costiero infatti insistono le costruzioni di una sorta di club privato, attivo negli anni ’80, e poi lasciato nel totale degrado. L’ex locale era molto apprezzato grazie alla presenza di maneggi, stalle per ricovero di cavalli e una pista da ballo che nel tempo si è però trasformato in un luogo pericoloso anche perché privo di recinzione. Questo permette l’accesso libero a coloro si recano sulla spiaggia, in un tratto in cui l’arenile privo di servizi, che approfittano della fatiscente struttura per fare i loro bisogni inconsapevoli dei rischi che corrono. Alcuni ambienti sono crollati e dalle molte colonne in cemento armato sporgono minacciosi ferri arrugginiti.

Anche cumuli di eternit

Le coperture con lastre di eternit sono una minaccia e gran parte del materiale cancerogeno è stato ammassato in un punto dove i finanzieri hanno posto i sigilli.

La piscina è stata trasformata in una discarica a cielo aperto con la presenza all’interno di elettrodomestici, materassi e sacchi di immondizia. In alcune stanze vi trascorrono la notte i clochard mentre i soliti sporcaccioni approfittano del luogo per abbandonare calcinacci visto che da via Pesce Luna c’è un ingresso che si può percorrere tranquillamente con un mezzo pesante. Operazione che ora non sarà più possibile perché le Fiamme gialle lo hanno interdetto con nastro e applicato i cartelli di sequestro. «Era ora che qualcuno prendesse l’iniziativa di sequestrare i manufatti che cadono a pezzi – commenta Rossano Di Marzo – e sono frequentati dai senza fissa dimora che non si rendono conto di quanto sia pericoloso accedere nelle costruzioni che sono off-limits». L’ex attività era prima gestita da un privato e poi è passata a una società che è in liquidazione. Per dipanare la matassa non si è esclude che la magistratura affidi l’opera di bonifica all’amministrazione comunale di Fiumicino magari facendo ricorso del recupero ambientale dell’area in danno.

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