Foggia, la cucina napoletana più forte della mafia: «Il mio ristorante contro le prevaricazioni»

Foggia, la cucina napoletana più forte della mafia: «Il mio ristorante contro le prevaricazioni»
di Luigi Sabino
Venerdì 24 Settembre 2021, 17:03 - Ultimo agg. 25 Settembre, 09:01
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Una passione smodata per la cucina napoletana, un’attività di famiglia messa in ginocchio dalle bombe della società foggiana e un amore viscerale per la propria terra. Sono questi i punti salienti della storia di Raffaella, titolare del Nenna Né, uno dei ristoranti più noti di Foggia. Una storia che inizia quando appena 18enne Raffaella arriva nel capoluogo partenopeo dove si iscrive alla facoltà di Relazioni e politiche internazionali. Il suo sogno è intraprendere la carriera diplomatica. Il soggiorno napoletano, però, riserva delle sorprese. Vivere tra i vicoli del centro storico la immerge completamente nella realtà partenopea, compresa la cucina. «Un’esperienza straordinaria - racconta - fatta di veri e propri riti come il ragù della domenica. Ogni fine settimana ero ospite del mio ragazzo di allora e grazie a lui e alla sua famiglia ho scoperto la mia vera vocazione, cucinare per gli altri».

A Napoli Raffaella ci resta per tutto il percorso di studi ma una volta laureata decide che la sua strada è la ristorazione.

I due anni successivi sono fatti di lavoro e corsi serali all’alberghiero. Quindi il grande passo. Il trasferimento a Berlino dove, nel giro di poco tempo, apre un suo locale. Poi, nel 2015 il ritorno a Foggia, dove contava di trattenersi solo per il tempo necessario a risolvere delle questioni familiari.

Invece accade qualcosa che cambia totalmente la sua vita e quella dei suoi cari. Il 19 novembre, poco dopo la mezzanotte, una bomba devasta il negozio di scarpe che suo padre Salvatore ha aperto 38 anni prima in corso Giannone. «È stato terribile - racconta Raffaella - soprattutto per mio padre. C’erano vetri e detriti dappertutto». Per gli investigatori non ci sono dubbi. È un avvertimento della criminalità organizzata che vuole i soldi del pizzo. Sei mesi dopo l’ennesimo atto intimidatorio quando dal magazzino di via Cirillo è rubato l’intero assortimento di scarpe appena arrivato. È colpo definitivo che convince i genitori di Raffaella a scrivere la parola fine alla loro storia di commercianti. 

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Chi, invece, non molla è proprio Raffaella che, anzi, prende la decisione di tornare definitivamente a Foggia. «Volevo fare qualcosa per la mia famiglia e per la mia città e, soprattutto, non volevo piegarmi». È in quel momento che nasce l’idea del Nenna Né. Un progetto ambizioso a cominciare dalla scelta dei locali, quelli di via Cirillo. «Papà è nato qui - spiega Raffaella - e mi sembrava giusto ricominciare da qui».

Il ristorante, inaugurato nel 2019, in poco tempo diventa uno dei più frequentati della città pugliese nonostante le difficoltà legate allo scoppio della pandemia. Un successo dovuto soprattutto all’amore di Raffaella per la sua terra. Un amore che si manifesta anche nella scelta dei prodotti, tutti rigorosamente del territorio. «Volevo dare una mano ai piccoli produttori locali». Non solo. «Qui dicono fuggi da Foggia e, in effetti, quando sono tornata da Berlino ho trovato non poche difficoltà. Se entravo da sola in un bar e ordinavo una birra mi sentivo osservata. Per questo, quando ho aperto il ristorante, ho deciso che lo staff sarebbe stato tutto al femminile. Da Foggia non si deve fuggire ma restare e tentare di cambiare».

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