Fondi europei e riciclaggio: ecco la voragine Campania

Fondi europei e riciclaggio: ecco la voragine Campania
di Giuseppe Crimaldi
Giovedì 22 Ottobre 2020, 14:00 - Ultimo agg. 23 Ottobre, 10:01
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L'assalto della criminalità ai contributi europei e agli appalti statali, con la Campania ai primi posti nel triste primato del malaffare nazionale. Nel 2020 la nostra regione ha divorato qualcosa come sette milioni di finanziamenti europei: denari incassati indebitamente. Volano alte anche le cifre del riciclaggio: i sequestri effettuati dalla sola Guardia di Finanza hanno interessato beni per un valore di oltre sei milioni (a fronte dei quattro dell'anno precedente). Per non parlare poi dei fascicoli relativi agli accertamenti per ottenere le documentazioni antimafia e dell'usura. Numeri e percentuali da brividi. Ma è l'intero comparto pubblico a finire sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori in queste ore.

Provate ad immaginare una riserva marina protetta, o magari più semplicemente ad un acquario pieno di pesci, crostacei e coralli pregiati; poi chiudete gli occhi e subito dopo riapriteli: osservando come in quello specchio d'acqua siano improvvisamente comparsi branchi di voraci squali e piranha che hanno fagocitato tutto quello che c'era. Ecco, è più o meno la stessa immagine cui si sono trovati di fronte gli investigatori che indagano sulle contaminazioni delle mafie nella economia legale e sui rischi legati ai nuovi assalti in occasione dei benefici offerti alle imprese dal Decreto Bilancio e Liquidità. 

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Su Napoli e su tutta la Campania c'è la massima attenzione investigativa. E non a caso oggi in città arriva il Comandante generale della Finanza, generale Giuseppe Zafarana, che nelle scorse ore ha sottolineato come la pandemia ha favorito innovativi sistemi illegali nella fornitura di beni e servizi e nell'ottenimento delle agevolazioni a sostegno di famiglie e imprese, esponendo le stesse al rischio di pratiche usuraie, tutti fenomeni questi su cui la nostra attenzione è massima.

I dati che Il Mattino è in grado di anticipare sintetizzano, oltre all'emergenza cui le forze dell'ordine cercano di porre argine adesso, anche il delicato lavoro svolto dalle task forces messe in campo dai cinque comandi provinciali della Campania che, su impulso del generale Virgilio Pomponi, stanno spaziando lungo un orizzonte investigativo largo, comprendente sia l'analisi dei dati che l'incrocio di questi con l'attività di info-intelligence. 

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Sulla provincia di Napoli la nostra inchiesta si è già soffermata.

Adesso è il momento di allargare lo spettro d'attenzione all'intera regione. E anche in questo caso dati, percentuali e raffronti indicano quanto alto sia l'allarme sulle manovre in corso sottotraccia in Campania.

Se l'anno scorso a finire nella rete dei controlli erano stati 667mila euro indebitamente percepiti grazie ai contributi erogati dall'Unione Europea, nei primi nove mesi dell'anno corrente il valore è più che decuplicato, salendo a ben sette milioni e 145mila; il numero delle pratiche di richieste da parte delle Prefetture per il rilascio delle documentazioni antimafia finite sotto la lente d'ingrandimento dei finanzieri è raddoppiato: dai 3914 fascicoli del 2019 ai 6126 del 2020. Parlano chiarissimo anche le cifre relative ai sequestri relativi al riciclaggio, che se un anno fa ammontavano a quattro milioni di euro oggi si attestano su oltre sei milioni. Quintuplicati poi i dati afferenti i danni erariali in questa materia: se l'anno passato gli accertamenti delle fiamme gialle stilavano un bilancio pari a poco più di oltre 11 milioni, oggi i numeri indicano 42 milioni e 198mila euro.

«Abbiamo deciso di concentrare la nostra attenzione su tutti questi fenomeni - afferma il comandante regionale della Guardia di Finanza Virgilio Pomponi - e i numeri che emergono dalle nostre indagini indicano chiaramente che ci sono complessi contesti sui quali continuare a indagare. In questo screening che segnala fortissime anomalie restano Napoli, Caserta e Salerno, e stiamo lavorando in grande sinergia con tutti i procuratori di queste città, senza ovviamente trascurare anche le realtà di Avellino e Benevento. Sotto la nostra lente d'ingrandimento restano in particolare l'Aleeanza di Secondigliano e i Casalesi, tra Napoli e Caserta, e i clan della Piana del Sele nel Salernitano». 

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L'analisi e le indagini coordinate dal comando regionale della Guardia di Finanza non trascurano alcun aspetto. A cominciare da quello legato all'usura, reato strisciante, spesso difficile da stanare anche per la scarsa collaborazione delle vittime, ma sempre più collegato alla criminalità organizzata.

Fatta questa premessa, assumono connotazioni ancor più drammatiche le cifre acquisite dal periodo del lockdown ad oggi dalle fiamme gialle in Campania. I sequestri effettuati nell'ambito di questo fenomeno parlano chiaro: si è passati dai 350mila euro del 2019 ad un milione 117mila euro nell'anno corrente.

«La nostra sfida - spiega Pomponi - sta nell'anticipare le azioni della criminalità organizzata, che punta mai come in questo momento sfruttare le opportunità di legge offerte dal Decreto Rilancio e dal Decreto Liquidità. Siamo attenti a ogni minimo dettaglio, e per questo abbiamo messo in campo il meglio delle nostre forze sul piano dell'analisi delle banche dati che su quelli del controllo del territorio e dell'intelligence. Abbiamo ormai la consapevolezza delle sempre più pervasive e talvolta anche sofisticate capacità delle organizzazioni camorristiche a cogliere le opportunità offerte dalla situazione emergenziale». 

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Continua a preoccupare poi il fenomeno della corruzione. A tutti i livelli, sia pubblico che privato. Anche su questo resta poco da aggiungere alle cifre che compendiano il raffronto tra il 2019 e il 2020 in Campania. Alla voce Valori dei sequestri effettuati in materia di anticorruzione in Campania si legge infatti che quest'anno le Fiamme Gialle sono riuscite a intercettare un flusso di denari altissimo: due milioni 629mila euro, a fronte dei 540mila dell'anno passato.

Più che triplicati, in confronto a un anno fa, anche i valori delle confische a seguito di accertamenti patrimoniali nella nostra regione: si passa da un valore nominale di nove milioni 364mila euro a ben 35 milioni di euro. E se si volge lo sguardo ai sequestri per responsabilità amministrativa, allora si riapre il capitolo legato a Terra di Lavoro: in tutto il 2020 la Guardia di Finanza ha registrato un totale di sei milioni 434mila euro (rispetto ai 104mila euro del precedente report), tutti effettuati nella provincia di Caserta.

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