Ragazza morta dopo intervento rinoplastica, chiesto giudizio per anestesista. Prosciolti altri 30 indagati

Mariachiara Mete
Mariachiara Mete
di Giovanni Del Giaccio
Venerdì 16 Ottobre 2020, 11:11 - Ultimo agg. 11:18
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E' stato chiesto il rinvio a giudizio dell'anestesista della "Casa del sole" di Formia intervenuto durante l’operazione di rinoplastica di Mariachiara Mete, la 21enne di Lamezia Terme morta al "Goretti" di Latina dopo l’intervento eseguito il 17 giugno dell’anno scorso presso la clinica formiana.

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Lo specialista è imputato di omicidio colposo “per aver cagionato per colpa la morte della   21enne, in particolare perché, nella qualità di anestesista che ha prestato la propria attività professionale durante l'intervento di rinoplastica estetica cui la predetta veniva sottoposta presso la clinica polispecialistica  – si legge nella richiesta di rinvio a giudizio presentata al Gip di Cassino dal sostituto procuratore Alfredo Mattei  - per colpa consistita in negligenza e imperizia, in occasione dell'arresto cardiocircolatorio insorto nel corso dell'intervento chirurgico somministrava alla paziente in prima battuta atropina ed efedrina in luogo della adrenalina, poi infusa in un momento successivo, e ometteva di effettuare un immediato massaggio cardiaco esterno alla frequenza di 100/120 al minuto, praticandolo solo in una seconda fase al ritmo di 80/90 al minuto, sicché non si atteneva alle linee guida prescritte per la rianimazione e così determinava un ritardo nel ripristino della attività cardiaca, rilevata solo dopo tre minuti dall'inizio delle manovre rianimatorie, nonché nella perfusione cerebrale, con conseguente aggravamento del danno neurologico post-anossico”.

Con riferimento alla posizione degli altri indagati, 30 appartenenti a vario titolo alle diverse strutture coinvolte, non sono stati ravvisati ulteriori profili di responsabilità penale avendo i consulenti tecnici della Procura concluso “che non possono essere mosse censure di sorta al chirurgo che ha praticato l'intervento né tanto meno a tutti gli operatori sanitari che hanno prestato la propria assistenza alla paziente durante i ricoveri nelle fasi successive all'episodio acuto”.

Per tali sanitari, pertanto, la Procura ha richiesto l’archiviazione.

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I familiari, assistiti da Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato in malasanità, in attesa dell’udienza preliminare, fissata per il prossimo 27 gennaio, hanno deciso di intraprendere direttamente anche una autonoma azione civile.

“Ringraziamo la Procura per il prezioso e minuzioso lavoro di accertamento svolto in questi lunghi e difficili mesi – sottolineano Bruno Marusso e Anselmo Vaccaro del gruppo Giesse – Con il supporto dei nostri periti, consulenti e legali  fiduciari, valuteremo ora se vi siano i margini per presentare un’opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura per un altro dei sanitari coinvolti”. 

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