Il 2021 in dodici foto, dallo sciamano a Capitol Hill alla fine dell'éra Merkel: le immagini di un anno

Il 2021 in dodici foto, dallo sciamano a Capitol Hill alla fine dell'éra Merkel: le immagini di un anno nel mezzo della pandemia
Il 2021 in dodici foto, dallo sciamano a Capitol Hill alla fine dell'éra Merkel: le immagini di un anno nel mezzo della pandemia
di Mario Ajello
Martedì 28 Dicembre 2021, 19:42 - Ultimo agg. 31 Dicembre, 17:29
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Lo sciamano a Capitol Hill

Do you remember l’America di Kennedy? E quella dei radical chic di Martha’s Vineyard? E l’obamanismo e tante belle cose che facevano degli States il faro della civiltà? Poi è arrivato Jack Angeli, lo Sciamano all’assalto di Capitol Hill, e viene azzerato tutto. L’America selvaggia, cospirativa e cospirazionista scopre se stessa davanti al mondo che non vorrebbe vederla. E quello del gorilla politicamente scorretto sembra un pezzo fiction, e invece è uno schiaffo della realtà più inguardabile. Che allo Sciamano è costato una condanna a tre anni e all’America una vergogna infinita.

La prima dose di Mattarella

E’ l’immagine che sintetizza un settennato. Un presidente che si vaccina come tutti, in mezzo a tutti, che ha aspettato il suo turno e il suo siero e ha lanciato un messaggio di patriottismo politico-sanitario che non ha bisogno di parole e si esaurisce in una iniezione: di fiducia nella scienza; di orgoglio per un Paese che reagisce bene al morbo e vuole ripartire in sicurezza; di politica che deve dare il buon esempio. Mattarella lo ha dato, e uscendo dall’hub vaccinale è stato rincorso dai presenti: «Presidente, ci mancherai».

Il selfie del rover rover cinese Zhurong su Marte

La Cina è vicina. Anche se sta su Marte. Dove magari, tra un po’ ci costruirà la seconda Grande Muraglia. Per ora, e non è poco, ha piazzato sul pianeta rosso - guarda caso si chiama così - una fotocamera wireless con cui il rover cinese Zhurong il 15 maggio si è fatto un selfie che ha fatto il giro dell’universo. Non s’era mai visto un capolavoro tecnologico di questo. Zhurong, con la bandiera cinese in bella mostra su Marte, non solo ha mostrato che all’impero di Pechino la Terra sta stretta ma anche che la sua tecnologia è la più spaziale di tutte.

Funerali della Carrà

Carramba che sorpresa! La Raffa nazionale raccoglie il cordoglio di tutti. La morte della Carrà, oltre al dolore suscitato, ha rappresentato la fine di un sogno. Quella di un’Italia che sorride sempre, che non si lagna mai, che unisce local e global (è stata un’eroina dei due mondi, una garibaldina senza camicia rossa e con caschetto biondo), che sa essere pop senza sprofondare nel trash. Raffa s’è portata in cielo il tuca tuca, ma quaggiù continuiamo a cantare «A far l’amore comincia tu», sentendoci addosso gli occhi simpatici di una zia che non c’è più ma non è invecchiata mai.

Vittoria agli Europei

No, non ha vinto Draghi. No, non ha vinto Mattarella. Ha vinto l’Italia loro e di noi tutti. Il solito pallone come solita metafora di una nazione ha funzionato ancora. Capitan Mancini che ha saputo essere leader, i giocatori che hanno fatto squadra, la serietà della preparazione tecnica che s’è unita all’estro personale dei campioni in un mix di genio e regolatezza che contrasta con gli stereotipi invecchiati sull’italianità come eterna improvvisazione. L’Italia s’è dimostrata adulta, e un intero Continente ci ha invidiato.

Finalmente.

Abbraccio Jacobs-Tamberi

Due campioni, un abbraccio (d’oro). E un’esplosione di felicità quella di Tamberi (mezzo avvolto in un tricolore) e Jacobs a Tokyo. I primi ad essere sorpresi del successone olimpico sembrano loro due, e quell’abbraccio sprizza gioia e insieme incredulità. Perciò è particolare e chiunque lo guarda in ogni angolo del Pianeta non può non dirsi italiano. Gimbo che è saltato più in alto di tutti, Marcell che è l’alta velocità incarnata in un fustaccio: diventano in questo abbraccio l’unione di un missile terra aria e di un treno supersonico. Un ircocervo olimpionico, un capolavoro di tecnologia umana tutta made in Italy.

Incendi nel Mediterraneo

«Brucia il Mediterraneo»: in questi anni è stato un titolo da pagine politiche. Ma stavolta, no. L’agosto 2021 sarà ricordato per le fiamme intorno al mare nostrum. Roghi su roghi, nel Sud Europa, sui Balcani, nel Nord Africa. Siamo circondati! E il rosso fuoco diventa il colore di una comunità sparsa sulle varie sponde ma neanche questa condivisione dell’emergenza e della paura riesce a suscitare un surplus di appartenenza a uno stesso destino. Si preferisce da più parti banalizzare: vedete, Greta aveva previsto anche questo parlando di riscaldamento globale! Ma al netto della ragazza veggente, c’è stata la riprova che ogni calamità naturale scopre tutti impreparati a tutto.

L'ultimo marine che lascia l'Afghanistan

Via da Kabul. Come o peggio di quanto accadde agli americani in Vietnam. Ma stavolta più dell’altra volta, è l’intero Occidente che ha perso in Afghanistan e si è ritirato da quell’inferno. Cominciando a sperare, senza troppa convinzione, che i talebani - o i talebuoni - rimasti padroni della nazione possano rivelarsi meno crudeli di quanto si è sempre creduto che fossero. Talebuoni, appunto, con le donne, con gli avversari, con gli amici degli europei e degli americani, con i valori di civiltà. La speranza resiste, a dispetto di tutto, e Hinshallah.

Biden e il Papa

A Trump, aveva concesso soltanto mezz’ora di colloquio. Con Biden, il Papa ha parlato un’ora e mezza quando è andato a trovarlo in Vaticano, in occasione del G20 di Roma. «Sembrano i Blues Brothers», ha commentato qualcuno, impressionato dalla scioltezza della coppia, dalle risate e dalla sintonia. Si mettono a cantare i cattolicissimi B&B, Bergoglio e Biden. No, ma quasi. «Meriti di prendere la comunione», dice il B vaticano a quello a stelle e strisce, sconfessando i vescovi americani che gliela vogliono negare perché il presidente non è contro l’aborto. «E tu, caro Papa, sei il più grane combattente per la pace nel mondo», dice l’ospite. Un siparietto da musica pop.

G20 a Roma, lancio delle monetine nella fontana di Trevi

Che cos’è, una scolaresca? Un gruppo vacanze con tutto prepagato tranne il lancio delle monetine nella Fontana di Trevi? No, sono i grandi del mondo che somigliano a una normale famigliole in visita da queste parti. Non si limitano a contemplare la Grande Bellezza dall’alto delle loro cariche e delle loro carriere. Ci giocano tra schizzi d’acqua, foto, selfie e risate. La più birichina? La Merkel che sembra voler fare un tuffo. Il suo connazionale, il grande storico Momsen, disse che chi arriva alla Fontana di Trevi «stringe un legame con Roma e insieme un legame di reciproca comunanza duratura». Ma nei rapporti politici, come si sa, di duraturo nulla c’è.

Ministro delle Tuvalu che parla in collegamento con la Cop26 direttamente dal mare

Se il videomessaggio acquatico fosse durato di più, il ministro rischiava di affogare. Invece ce l’ha fatta a restare a galla e a mandare il suo appello - «Aiutateci, contro l’innalzamento del mare che ci uccide» - da Tuvalu, piccolo stato dell’oceano pacifico, tra le Hawai e l’Australia, ai potenti del Cop26 sul cambiamento climatico riuniti a Glasgow. Il ministro Simon Kofe è vestito da statista e non da bagnante. C’è un suo sherpa, nelle immagini, che è immerso nell’acqua fino al collo per dimostrare che laggiù non si scherza con il mare che cresce, che avanza e inghiotte tutto. Il contesto sembra paradisiaco, ma l’avvertimento politico è tragico.

Finisce l'éra di Angela Merkel 

Va via la Mutti, se ne va la mammina. Che è stata tenera con i tedeschi e lo è stata meno con gli europei come sanno bene i greci. L’éra Merkel è finita nel 2021 e il bilancio tutto sommato è positivo. Ma meno ascolto ai falchi del rigore teutonici avrebbe fatto a tutti, più flessibilità e meno austerità servivano un po’ prima dell’arrivo della pandemia insieme a una Germania più europea anche perché, come diceva Kohl, «i nostri interessi coincidono con quelli del resto del continente ed è bene ricordarselo sempre». Un monito che doveva valere con la Merkel e che dovrà valere ancora di più con i successori della Merkel a cui non sarà facile né imitarla né superarla.

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