Sarebbero state le assenze ingiustificate dal lavoro la ragione del licenziamento di Francesca Amadori, nipote dell'imprenditore avicolo di Cesena noto in tv per il claim «Parola di Francesco Amadori». La donna è stata per anni la responsabile della comunicazione del gruppo e presidente di Romagna Iniziative, consorzio che raggruppa le principali realtà industriali del territorio, tra cui l'azienda di famiglia.
Francesca Amadori licenziata per assenze ingiustificate
A rivelare le ragioni del rumoroso licenziamento è stato l'amministratore delegato del gruppo Amadori, Francesco Berti, che in un'intervista al Corriere della Sera dice: «Da inizio dicembre Francesca Amadori ha smesso di lavorare, senza dare spiegazioni. Che non sono arrivate neanche dopo la richiesta di chiarimenti da parte dell’azienda, secondo quanto previsto dalla legge e dal contratto di lavoro.
Le regole in Amadori non hanno eccezioni, ribadisce l'Ad, «Neanche il padre ha potuto far nulla. Se non ribadire che le regole valgono per tutti, a prescindere dal cognome».
Da quanto si apprende, da tempo i rapporti tra le parti erano tesi e lo scorso martedì mattina è stato consegnato alla donna l'avviso dell'interruzione del rapporto di lavoro con effetto immediato. Il consorzio operativo Gesco del gruppo Amadori ha confermato la conclusione del rapporto lavorativo «per motivazioni coerenti e rispettose dei principi e delle regole aziendali», specificando che «tali regole sono valide per tutti i dipendenti senza distinzione alcuna».
D'altro canto il merito e la passione sono da sempre tra i valori parte della comunicazione dell'azienda, «Onore al merito e alla passione» si legge sul loro sito ufficiale. Nel maggio 2002 l'iconico fondatore Francesco Amadori venne insignito della nomina di Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
«Sappiamo benissimo che il licenziamento è una questione seria. Tanto che dal 2018 ad oggi, questo è solo il terzo caso sugli oltre 600 dipendenti della società in cui era impiegata Francesca. - aggiunge l'ad - Ma l’azienda ha provato in ogni modo a evitare la soluzione estrema. Da inizio dicembre Francesca Amadori, che era una impiegata e non una dirigente, ha smesso di lavorare. Sia in presenza che a distanza. Senza dare spiegazioni, senza documentare le motivazioni delle sue assenze al lavoro. Quando non si rispetta il contratto nazionale di lavoro si agisce di conseguenza».
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