Francia in rivolta, la testimonianza di una studentessa campana: «In giro per le strade tra i rifiuti in fiamme»

Il racconto della 26enne casertana: «Gruppi violenti si infiltrano tra i manifestanti»

Angela davanti al Municipio di Boredaux dopo l'incendio
Angela davanti al Municipio di Boredaux dopo l'incendio
Sabato 25 Marzo 2023, 19:37 - Ultimo agg. 26 Marzo, 11:59
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Dall’inizio del mese di marzo la Francia si trova al centro dell’attenzione mediatica perché teatro di scontri e proteste che stanno via via immobilizzando il Paese. Le prime manifestazioni sono iniziate a causa della réforme de la retraite (riforma del pensionamento) secondo la quale l’età pensionabile si alza dai 62 ai 64 anni e a 43 gli anni di contributi lavorativi. È per questo motivo, quindi, che le strade francesi pullulano di cittadini scontenti che vogliono far sentire la propria voce per riparare a quest’ingiustizia. Non si può negare, però, che l’esteriorizzazione di questo malcontento, che a volte sfocia in estremismi, stia anche provocando disagi ai cittadini stessi. 

A parlarne è Angela, una ragazza di Caserta che si trova in Francia, per precisione a Bordeaux, per l’Erasmus e che il Mattino ha deciso di contattare proprio per ottenere un racconto veritiero da chi sta vivendo questa situazione in prima persona. «Ho 26 anni, frequento il secondo anno di Magistrale in Lingue e Letterature Straniere all’Università di Ferrara e da settembre sono in Erasmus presso un’università di Bordeaux. - si racconta Angela- Inizialmente sarei dovuta restare qui per un solo semestre, ma poi mi sono completamente innamorata della città e ho deciso di restare per tutto l’anno». 

 

Secondo la sua testimonianza, le manifestazioni a Bordeaux si tenevano inizialmente ogni martedì, andandosi poi ad intensificare sempre di più, poi dalle sole proteste in strada si è arrivati anche ad azioni più forti come l’occupazione di alcuni edifici scolastici. «La mia università è stata occupata il 15 marzo e ad oggi è l’unica ad esserlo ancora, visto che le altre sono tornate a svolgere regolarmente le loro attività e questo sicuramente mi crea un forte disagio perché non solo non posso seguire le lezioni, ma non posso neanche accedere alle biblioteche nelle quali recupero i libri per la mia tesi. Anche le comunicazioni con i professori e con il personale universiario, essenziali per uno studente Erasmus, sono notevolmente ridotte e sicuramente più complesse di prima. Ovviamente la chiusura dell’università è sì un atto di protesta, ma gli studenti e le studentesse organizzano spesso tavole rotonde, dibattiti e visioni di film proprio per discutere e sensibilizzare sul tema della réforme, anche se io non vi ho mai preso parte».

L’università, però, non è l’unica difficoltà che sta riscontrando, dal momento che come conseguenza di queste manifestazioni, purtroppo, c’è anche il danneggiamento di spazi e mezzi di trasporto pubblici. Angela racconta di quando, passeggiando per le strade della città, poco dopo la fine di una delle manifestazioni, ha potuto notare che le rotaie del tram erano state bruciate, cosa che di lì a poco avrebbe impedito la circolazione del mezzo stesso, e che il plexiglass della fermata era stato imbrattato con scritte contro il governo francese, per poi vedere anche alcuni netturbini che con un getto d’acqua stavano cercando di pulire il tutto. Tra gli altri atti vandalici segnala anche di come numerosi bidoni dell’immondizia fossero stati incendiati, provocando non solo danni alla città, ma anche un potenziale pericolo. 

@brutofficiel La mairie de #Bordeaux incendiée durant la #manifestation contre la #reformedesretraites. #politiquefrancaise ♬ son original - Brut.

L’apice della violenza cittadina si è raggiunto la sera del 23 marzo quando, durante una delle proteste, è stato dato fuoco all’ingresso del Municipio di Bordeaux. «Onestamente lo trovo molto triste- si spiega Angela- ne sono venuta a conoscenza tramite un video che una ragazza mi ha inviato su WhatsApp. Amo infinitamente questa bellissima città, che dopo 7 mesi inizio a sentire un po' mia e il deturpamento del bene pubblico mi disturba e rattrista non poco. Sono sicura, però, che questi estremismi non sono causati dai manifestanti, ma da gruppi che si infiltrano nelle manifestazioni non tanto per combattere le ingiustizie ma solo per creare caos. Ho parlato spesso della problematica con i miei coinquilini francesi, anche per capire anche meglio il loro punto di vista ed effettivamente trovano questa riforma ingiusta e un colpo basso da parte del governo Macron». 

Naturalmente la vita di Angela continua, forse con qualche intoppo più del solito, ma il suo obiettivo rimane quello di vivere la sua esperienza Erasmus al massimo e anche di imparare da questa situazione che si è ritrovata a vivere da un momento all’altro. Sicuramente quest’ultimo mese di permanenza non sta andando come previsto, ma rimane comunque fiduciosa che la situazione possa migliorare e alla domanda “Cosa ti aspetti per il futuro?” risponde: «Tra poche settimane si concluderà il mio ultimo semestre qui e mi piacerebbe poter tornare un’ultima volta in università per poterla salutare come si deve, visto che in meno di un anno mi ha permesso di crescere molto e mi ha fatto conoscere tantissime persone interessanti. Per quanto riguarda l’evolversi di questa situazione, invece, abbiamo appena ricevuto un’e-mail che comunica che l’università sarà occupata anche per la prossima settimana e credo proprio che le manifestazioni dureranno finché il governo non cambierà la sua posizione sulla riforma pensionistica. Resto però sempre positiva, in ogni caso anche questa è un’esperienza molto particolare, e come ha detto un nostro professore a noi Erasmus: “State assistendo allo sport nazionale dei francesi fin dal 1789: la rivolta”».

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