Fratelli Bianchi, il giallo della telefonata prima dell'omicidio di Willy

«Willy, Belleggia fu incastrato dagli amici dei fratelli Bianchi». E spunta una telefonata prima dell'omicidio
«Willy, Belleggia fu incastrato dagli amici dei fratelli Bianchi». E spunta una telefonata prima dell'omicidio
di Pierfederico Pernarella
Mercoledì 31 Agosto 2022, 16:56 - Ultimo agg. 22:49
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«Francesco Belleggia è stato incastrato dagli amici di Marco e Gabriele Bianchi, in Appello lo dimostreremo». L'avvocato Vito Perugini attende con ansia il 4 ottobre. Per quella data dovrebbero essere depositate motivazioni della sentenza per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte ai giardinetti di Colleferro. nella notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020. A Belleggia sono stati inflitti 23 anni di reclusione ma, tra i quattro condannati, è l'unico che non si trova in carcere. Da subito per lui, vista la collaborazione fornita agli investigatori per ricostruire il pestaggio mortale, vennero disposti gli arresti domiciliari. E ai domiciliari ci resterà fino a sentenza definitiva, a meno che nel frattempo non violi le prescrizioni della misura cautelare. Belleggia credeva di avere una posizione diversa rispetto a quella degli altri imputati se non addirittura che venisse riconosciuta la sua estraneità.

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«L'ultima volta l'ho sentito due giorni fa - spiega l'avvocato - non parliamo sempre del processo, cerco di alleggerire la sua situazione.

Cerca di guardare avanti, si è rimesso a studiare, ha dato già quattro esami di ingegneria. Lui tuttavia ha ben presente qual è il rischio, sebbene sia fiducioso che la sentenza possa essere riformulata o annullata, è anche consapevole che possa essere confermata. I genitori gli sono accanto, credono alla sua innocenza. D'altra parte non avrebbero motivo di credere il contrario. Il figlio ha fornito sempre la stessa versione, non si mai smentito né quando è stato sentito per la prima volta dai carabinieri né durante la deposizione in aula».

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L'avvocato Perugini è curioso di leggere le motivazioni della sentenza: «I giudici dovranno rispondere a una sola domanda: perché vengono ritenuti più attendibili gli amici dei fratelli Bianchi, Omar Shabani e Vittorio Tondinelli, rispetto a tutte le altre che escludono la partecipazione di Belleggia. Tutti i testimoni sono concordi nel dire che a colpire Willy furono le persone che scesero dal Suv, cioè i fratelli Bianchi. Sono solo Shabani e Tondinelli a dire che Belleggia avrebbe colpito Willy con un calcio alla testa quando era a terra. E poi c'è Samuele Cenciarelli, amico della vittima, il quale pur trovandosi a pochi centimetri non sa dire se a sferrare il calcio sia stato Belleggia o Pincarelli. E Belleggia era facilmente riconoscibile perché portava il gesso. Cenciarelli, peraltro, viene colpito alla mandibola, che lo stordisce, è poco lucido e ricostruisce quei momenti solo a posteriori».

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Ma per Perugini il fatto singolare è che i giudici abbiano ritenuto più attendibili le testimonianze degli amici dei Bianchi, Shabani e Tondinelli che non vanno spontaneamente dai carabinieri, ma vengono chiamati e uno di loro prima di andare in caserma si recherà dall'avvocato dei Bianchi.«Nella sala d'aspetto della caserma - aggiunge l'avvocato Perugini - verranno intercettati mentre dicono "sanno tutto", "sanno che ci siamo messi d'accordo. E quando Belleggia fugge con i Bianchi ad Artena dopo l'aggressione a Willy, il gruppo già tenta di scaricare su di lui tutte le colpe».

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E rispetto ai rapporti tra i Bianchi e gli amici che hanno incastrato Belleggia, agli atti risulta che Shabani, poco prima dell'uccisione di Willy, si sarebbe sentito al telefono con Gabriele Bianchi. Telefonata prima smentita sia dai fratelli di Artena che dal loro amico. Poi messi davanti ai tabulati hanno detto di non ricordare il contenuto di quella conversazione. Smemorati? Oppure stanno nascondendo qualcosa?

In vista dell’appello  il destino processuale dei “gemelli” di Artena sembra dividersi. Intanto nella scelta degli avvocati. Gabriele sarà difeso dagli avvocati Ippolita Naso e Valerio Spigarelli, mentre i legali del fratello Marco sono Pasquale e Gianluca Ciampa. Tutti del Foro di Roma. I legali hanno già incontrato i loro assistiti in carcere. 

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