Furti di benzina all’Ama, la vendetta dei ladri: «Noi, pestati e sfregiati per aver denunciato tutto»

Spedizione punitiva contro tre tecnici a 72 ore dalla segnalazione delle anomalie

Furti di benzina all’Ama: «Noi, pestati e sfregiati per aver denunciato tutto»
Furti di benzina all’Ama: «Noi, pestati e sfregiati per aver denunciato tutto»
di Valeria Di Corrado
Mercoledì 10 Maggio 2023, 00:04 - Ultimo agg. 19:09
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«Sembrava una spedizione punitiva», si legge nella denuncia che ha fatto scattare le indagini della Procura capitolina. Nel mondo alla rovescia di Ama, l’azienda municipalizzata all’Ambiente di Roma, succede che 2.064 dipendenti (quasi uno su tre) possano sottrarre indisturbati circa 300mila litri di carburante dai mezzi usati per raccogliere i rifiuti e spazzare le strade, mentre tre colleghi che onestamente hanno segnalato i furti vengano brutalmente aggrediti a calci e pugni sul posto di lavoro da un energumeno sudamericano. Come se si trovasse in una scena del film “Rambo”, l’uomo - mentre teneva a bada due «tecnici operativi territoriali» di Ama - ha strappato a morsi una lattina e l’ha usata per sfregiare al volto il terzo. Quello che ha riportato i danni fisici più gravi è stato addirittura costretto a sottoporsi a un intervento chirurgico.


LA DINAMICA

Il picchiatore li aspettava letteralmente al varco: nell’androne della sede Ama di via Sapri, a pochi passi da Porta Pia. Sono le 4.40 circa del mattino del 28 gennaio scorso. Entra N.C. e viene subito sorpreso alle spalle dall’uomo che prima gli dice in spagnolo «tranquilo» (ossia «stai calmo»), poi inizia a colpirlo con calci e pugni. Gli mette un braccio attorno al collo, quasi a volerlo strozzare. Per le contusioni riportate, la frattura di un dito della mano destra e il leggero trauma cranico, il dipendente della municipalizzata dei rifiuti avrà una prognosi di 15 giorni. Sentendo le sue urla risuonare nei corridoi, S.C. scende di corsa dal suo ufficio al primo piano per aiutare il collega, ma il sudamericano gli si avventa contro quando ancora sta sulle scale. Il tecnico Ama avrà la peggio: per ricomporre una frattura scomposta al polso sinistro è stato operato e giudicato guaribile dai medici in 60 giorni.

La terza vittima è D.B.: arriva in quegli stessi frangenti al lavoro e, non appena varca la soglia dell’androne, viene aggredito dall’energumeno con pugni al volto e calci che gli causano la distorsione di una caviglia.

A un certo punto, non contento, l’uomo tira fuori una lattina dalla tasca, la strappa con i denti e usa la lama per colpirlo, procurandogli una ferita lacero-contusa al viso. Per le lesioni riportate ha avuto 10 giorni di prognosi.

 


I SOSPETTI

Alla fine di questo pestaggio, il sudamericano scappa indisturbato. Le tre vittime notano che, nonostante piovesse e non si trovasse parcheggio nei paraggi di via Sapri, lui è completamente asciutto. E non perché avesse con sé l’ombrello. Il loro sospetto è che ci sia stato un complice ad averlo accompagnato e ad attenderlo fuori. Così come qualcuno che lo abbia aiutato a entrare nella sede Ama, sapendo che è sprovvista di telecamere. Infatti, al momento, non si è riusciti a risalire alla sua identità. Di certo la comune sensazione dei dipendenti feriti è che si trattasse di un picchiatore, assoldato “ad hoc” da chi sapeva dove lavoravano e quali erano i loro orari.


La ragione del raid? Gli unici potenziali “nemici” che potevano meditare vendetta, secondo i tre «tecnici operativi territoriali», sono i colleghi che loro stessi hanno segnalato all’azienda come presunti responsabili di furti di carburante dai mezzi Ama. Sarà una coincidenza, ma l’agguato è avvenuto tre giorni dopo che le vittime avevano riferito all’Organismo di vigilanza aziendale dettagli e nomi sugli ammanchi di gasolio. Insomma, come spiegano nella denuncia presentata in Procura dal loro legale Giuseppe Sabato, sono stati vittime di una «spedizione punitiva» per aver fatto il loro dovere. Non tutti trovano questo coraggio e preferiscono tacere pur di evitare conseguenze nefaste. Come nei peggiori contesti omertosi. 
 

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