Gasdotto della linea Adriatica, lo sprint dell'Italia: finirà in cima al Pnrr. Tempi tagliati: 2 o 3 anni per finire i lavori

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Gasdotto della linea Adriatica, lo sprint dell'Italia: finirà in cima al Pnrr. Tempi tagliati: 2 o 3 anni per finire i lavori
Gasdotto della linea Adriatica, lo sprint dell'Italia: finirà in cima al Pnrr. Tempi tagliati: 2 o 3 anni per finire i lavori
di Roberta Amoruso
Domenica 26 Febbraio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 08:52
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Attingere ai fondi europei del Pnrr, dare un taglio secco a burocrazia e autorizzazioni e affidare la missione della corsia superveloce a un commissario. Passa da un piano in tre mosse la stretta che è decisa ad imprimere il governo Meloni per realizzare in tempi record, 2-3 anni al massimo rispetto ai 4 previsti dal piano Snam, il rafforzamento della Linea Adriatica, l’allargamento del tubo tra Abruzzo e Umbria che può rimuovere il collo di bottiglia che ora limita il trasporto di gas dal sud al nord del Paese. Senza questa opera, già bollata come «strategica» anche dall’Europa, è impossibile realizzare il progetto di hub europeo tanto caro alla premier Giorgia Meloni: la ricca dote aggiuntiva di gas algerino, il raddoppio del gas che arriva dall’Azerbaigian via Tap, e il nuovo metano che può arrivare dalla nuova produzione nazionale in Sicilia e da rigassificatori come Gioia Tauro e Porto Empedocle, non potrebbero arrivare nemmeno in Austria e Germania. 

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LE RISORSE

Quei 170 chilometri di tubi che dovrebbero connettere Sulmona a Foligno servono a far decollare le potenzialità dell’arteria del gas che da Massafra, vicino Taranto, dovrebbe far risalire la dorsale adriatica per oltre 690 kilometri attraversando dieci Regioni fino a Minerbio, dalle parti di Bologna.

Dunque è per questo motivo che il raddoppio della Linea Adriatica è l’opera numero uno nella lista dei nuovi dossier energetici da inserire nel Pnrr. Il governo Meloni presenterà la sua proposta definitiva in Europa entro fine marzo. Si tratta di un pacchetto più ampio di progetti che deve tenere conto dei nuovi scenari aperti dalla crisi energetica e dei fondi aggiuntivi del RepowerEu. Dei 20 miliardi destinati a tutta l’Europa, all’Italia spetteranno 2,5-3 miliardi secondo le stime di chi conosce a fondo il dossier. Si arriva a quasi 9 miliardi con i 5,5 miliardi che si possono recuperare da altri strumenti, come il Fondo europeo per sviluppo rurale per la Pac (Politica agricola comune). Non è poco. Mentre oggi la Linea Adriatica prevede un investimento di 2,4 miliardi, di cui poco più di 100 milioni, è inserita nell’attuale piano industriale di Snam.

GLI INTOPPI

Il primo progetto di raddoppio della Dorsale è stato presentato nel lontano 2004, con la prima Valutazione di impatto ambientale che risale al 2011. Ma il processo è stato riavviato di fatto a dicembre scorso per mano del Consiglio dei ministri, dopo il blocco degli ultimi quattro anni. Ora manca l’autorizzazione per il terzo tratto di gasdotto, quello tra Sestino e Foligno. Ma se inserito nel Pnrr, come nelle intenzioni del governo, progetto e lavori dovranno cambiare completamente passo. Non più traguardo al 2027, come previsto finora nei piani Snam, ma chiusura entro il 2026, in linea con i tempi del Pnrr. E anche l’Arera, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, sta per aggiornare il suo piano decennale. Il via libera con tanto di analisi costi-benefici, è atteso a giorni, dopo la chiusura della processo di consultazione concluso da Snam il 20 gennaio. Una volta che l’Europa avrà approvato le modifiche del Pnrr, con tanto di inserimento anche del capitolo Dorsale Adriatica, si passerà al taglio delle procedure autorizzative e alla nomina di un commissario. Va detto che al momento la via del commissario modello Genova è considerata quella più efficace per ridurre al massimo i rischi di blocchi autorizzativi e stop dai territori. Già, perché, è cruciale un dialogo con il territorio che eviti i veti maturati negli anni. Ad avanzare l’idea del commissario, a quanto riferiscono fonti bene informate, è stato lo stesso ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. «Se serve per accelerare un’opera così strategica, ben venga», avrebbe detto a chi avanzava qualche dubbio sull’ennesimo strumento di emergenza. Ma è evidente che sarà il Consiglio dei ministri e in prima linea il premier Meloni a dire l’ultima parola dopo l’ok sul Pnrr atteso ad aprile. Mentre una nuova cabina di regia sul Piano è attesa i primi giorni di marzo. «Ci sono ancora delle interlocuzioni con le imprese convocate la settimana scorsa che hanno indicato i progetti da inserire», ha spiegato al Messaggero il viceministro dell’Ambiente, Vannia Gava, «ma la Linea Adriatica è sicuramente una priorità e va accelerata». A sottolineare la forza del progetto tra Abruzzo e Umbria è poi lo stesso documento consegnato da Snam all’Arera. Lo sdoppiamento del corridoio di importazione da sud, è scritto, incrementare la capacità di trasporto lungo la direttrice Sud-Nord (10 miliardi all’anno) a valori compatibili all’aumento delle importazioni da Africa, Caspio e produzioni nazionali fino a 150 milioni di metri cubi al giorno.

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