Gemelline scomparse nel Tevere: ancora nessuna traccia dei corpi, è sempre più un giallo

Giuseppina Orlando
Giuseppina Orlando
di Emilio Orlando
Venerdì 4 Gennaio 2019, 16:36 - Ultimo agg. 17:14
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E' un giallo dai controrni sempre più drammatici che sembra non avere fine quello della scomparsa nelle acque del Tevere di Sara e Benedetta Di Pasquo le due sorelle gemelle di pochi mesi disperse dal 21 dicembre scorso, giorno in cui Giuseppina Orlando originaria di Agnone in provincia d' Isernia si è suicidata gettandosi nel fiume da ponte Testaccio, portandosi dietro anche le figlie. Entrambe erano state concepite dopo una fecondazione assistita ed erano nate con gravi malformazioni ed una era cieca. Le ricerche della polizia fluviale della questura capitolina e del nucleo sommozzatori dei vigli del fuoco del comando provinciale di Roma sono proseguite senza tregua anche nei giorni delle festività natalizie, ma dei corpicini delle due sorelle ancora nessuna traccia.

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Due avvistamenti rivelatisi poi falsi allarmi avevano fatto sperare gli operatori impegnati nelle ricerche di averle trovate. La procura romana ha aperto un fascicolo per omicidio suicidio ed ha acqusito alcuni video estrapolati dalle telecamere di videosorveglianza dove si vede Giuseppina Orlando, alle prime luci dell' alba, incamminarsi verso il ponte per compiere il drammatico gesto. I testimoni ascoltati dai polizitti del commissariato Celio, hanno raccontanto di aver visto chiaramente la donna scavalcare la balaustra del viadotto e lasciarsi andare nel vuoto. Nessuno però ha confermato la circostanza che aveva con sè le due bambine. Con il passare dei giorni l' ipotesi più accreditata sembra essere quella più raccapricciante. Giuseppina ha gettato le figlie nelle acque limacciose del Tevere, prima di suicidarsi. 

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Per gli esperti che stanno coordinando le operazioni di ricerca le bimbe sono state  trascinate dalla corrente verso la foce in prossimità di Fiumara Grande a Fiumicino e si suppone che riaffioreranno a galla quando le acque si riscalderanno con l' aumento della temperatura atmosferica, proprio come avvenne a Febbraio del 2012 quando Patrizio Franceschelli gettò il figlio Claudio di appena sedici mesi nel Tevere. Il cadavere del bambino riaffiorò alla foce dopo alcune settimane quando dopo il periodo della nevicata che si verificò nella Capitale la temperatura tornò a livelli più elevati.

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