Gemelline siamesi di 7 mesi separate a Roma: "Ora possono guardarsi negli occhi". L'intervento durato 12 ore

Gemelline siamesi di 7 mesi separate a Roma: "Ora possono guardarsi negli occhi"
Gemelline siamesi di 7 mesi separate a Roma: "Ora possono guardarsi negli occhi"
Giovedì 21 Dicembre 2017, 11:23 - Ultimo agg. 17:07
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Hanno potuto conoscersi, guardandosi negli occhi Francine e Adrienne, le gemelline siamesi di 7 mesi provenienti dal Burundi separate all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù il 30 novembre scorso. Posizionate schiena contro schiena, erano unite per la zona sacrale. Condividevano il midollo spinale e la parte dell'intestino ano-retto.

L'intervento è durato 12 ore e in camera operatoria si sono alternate 4 equipe, in tutto 25 persone, coordinate da Pietro Bagolan, direttore del Dipartimento di Neonatologia medica e chirurgica. Per l'ospedale è il secondo caso di separazione di gemelle siamesi a distanza di poche settimane. È dell'ottobre scorso l'intervento su Rayenne e Djihene, le piccole algerine unite per il torace e per l'addome. L'unica altra operazione di questo tipo al Bambino Gesù risale all'inizio degli anni 80, più di 30 anni fa, e fu eseguita su due gemellini maschi.

Il percorso clinico e chirurgico delle neonate burundesi rientra nell'ambito delle missioni umanitarie dell'Ospedale pediatrico della Santa Sede. Negli ultimi 2 anni i casi pro bono (interamente a carico del Bambino Gesù) sono stati circa 100, provenienti dai Paesi di tutto il mondo. La preparazione all'intervento, a cui hanno lavorato medici e specialisti di 5 diverse aree (Neonatologia, Chirurgia plastica, Neurochirurgia, Anestesiologia e Rianimazione, Diagnostica per immagini) è durata 3 mesi e ogni fase è stata studiata e pianificata con l'ausilio di stampe 3D, TAC e risonanze tridimensionali.

SOLO IL 25% SOPRAVVIVE Le gemelline siamesi separate con un intervento all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù avevano in comune il midollo spinale, che correva dall'una all'altra senza interruzione, formando una sorta di V all'interno delle vertebre; il sacco durale (la membrana che riveste il midollo); la parte terminale dell'intestino retto, l'ano e lo sfintere. Tra le varie tipologie di gemelli siamesi, i pigopaghi, ovvero quelli congiunti tramite la parte posteriore del corpo, la zona sacrale, sono tra i più rari, circa l'1% del totale.

A causa della gravità delle malformazioni, il 75% dei siamesi non sopravvive. I neonatologi hanno iniziato separando ano, retto e sfintere, quindi è stato il momento dei neurochirurghi per la separazione e l'immediata ricostruzione del midollo spinale e del sacco durale. Successivamente, in due diverse sale operatorie, i chirurghi neonatologi hanno ricostruito l'area sacrale di ciascuna gemella. I chirurghi plastici hanno terminato la complessa procedura occupandosi del ripristino e della chiusura dei tessuti.

«La sfida di questo intervento - spiega Pietro Bagolan, direttore del Dipartimento di Neonatologia medica e chirurgica Bagolan - è stata separare il midollo spinale senza sacrificare le varie radici nervose; ricostruire velocemente il sacco durale per evitare perdite di liquido cerebro-spinale e ricreare l'area ano-rettale mantenendo integra la funzionalità dello sfintere. Il nostro obiettivo prioritario era garantire alle bambine la migliore qualità di vita possibile tenendo conto che torneranno a crescere in un'area geografica in cui i presìdi sanitari sono una rarità». 

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