Gemello omozigota ruba l'identità al fratello che finisce a processo al suo posto: assolto dopo due anni

Determinante ai fini del processo la testimonianza del datore di lavoro del 36enne milanese che da tempo era impiegato come operaio edile

Gemello omozigota ruba l'identità al fratello che finisce a processo al suo posto: assolto dopo due anni
Gemello omozigota ruba l'identità al fratello che finisce a processo al suo posto: assolto dopo due anni
di Mirco Paganelli
Venerdì 28 Aprile 2023, 23:41 - Ultimo agg. 29 Aprile, 11:50
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Il personaggio di John Travolta del film Face/Off è dovuto ricorrere ad un incredibile intervento chirurgico al volto per assumere l'identità del terrorista impersonato da Nicolas Cage. Ha avuto vita più facile il pusher di 36 anni di origini tunisine, irregolare in Italia, che per anni ha usato i documenti d'identità del fratello - regolarmente residente a Milano - per muoversi indisturbato sul territorio. Essendo gemelli omozigoti, la loro faccia è la stessa.

Lo scambio di persona

Lo scambio di persona rischiava di costare caro al fratello regolare finito a processo per lesioni gravissime come conseguenza di altro reato e spaccio di sostanze stupefacenti.

Il tutto dopo che un riminese di 20 anni è finito in coma per una dosa di eroina. La vicenda giudiziaria si è conclusa con un'assoluzione piena dato che a vendere la droga sarebbe stato il gemello e non lui.

I fatti

I fatti risalgono al dicembre del 2020. Siamo a Rimini. Lo stupefacente tagliato con sostanze tossiche finisce nelle mani, e nelle vene, di un giovane che aveva salvato nella rubrica del telefono il contatto del suo pusher. L’iniezione porta l’assuntore vicino alla morte, ma dopo alcuni giorni di coma si sveglia e consegna agli investigatori il numero di chi gli aveva venduto la sostanza maledetta. L'utenza è riconducibile ad un 36enne tunisino residente a Milano con alcuni precedenti, ma molto datati. Tramite il test fotografico, il ventenne riconosce lo spacciatore nel titolare del numero di telefono. Nel corso delle indagini avviene però la svolta. Si scopre infatti che esiste un'altra persona al mondo con la stessa faccia dell’indagato: il fratello gemello che sta a Rimini e che, con i documenti dell’altro, avrebbe acquistato la sim usata per contattare i ‘clienti’.

Nei due anni d'indagine, l'indagato resta con il fiato sospeso. In caso di condanna rischia di perdere tutto: permesso di soggiorno, lavoro. Tutta una vita.

Il processo

Si va a processo, il rito è quello abbreviato. Per dimostrare l'innocenza dell'imputato, la difesa ricorre al certificato di nascita rilasciato dal Consolato che attesta l'esistenza di un fratello gemello. Quest'ultimo, tra l’altro, due anni prima era già stato arrestato e condannato per falso dopo che aveva mostrato il permesso di soggiorno del gemello ad un controllo di polizia. Successivamente è stato arrestato pure per spaccio in un’altra faccenda che lo porta ai domiciliari, da cui però risulta evaso.

Determinante ai fini del processo la testimonianza del datore di lavoro del 36enne milanese che da tempo era impiegato come operaio edile. Da oltre una decina d'anni l’ignaro fratello aveva messo la testa a posto e aveva cominciato una nuova vita nella legalità, con un lavoro stabile. Nel periodo della cessione di droga, lavorava praticamente tutti giorni in un cantiere lombardo, anche il weekend. In provincia di Rimini non si era mai visto a differenza del fratello che in Romagna era presente all'epoca dei fatti e aveva avuto più di un problema con la giustizia.

L'assoluzione

Assoluzione con formula piena per non avere commesso il fatto, questa la decisione del giudice del tribunale di Rimini. «Ora è molto sollevato, perché una condanna gli avrebbe causato la revoca del permesso di soggiorno e quindi la perdita del lavoro», afferma il difensore Paola Zavatta. Gli atti sono tornati in mano alla procura che ora valuterà eventuali procedimenti contro il ladro d’identità. Peccato che nel frattempo di lui si sono completamente perse le tracce.

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