Il portiere Davide Capello: «Ho fatto un volo di 50 metri, era un film dell’Apocalisse»

Davide Capello, il portiere vivo per miracolo: «Io, precipitato con l'auto. Sembrava un film»
Davide Capello, il portiere vivo per miracolo: «Io, precipitato con l'auto. Sembrava un film»
Martedì 14 Agosto 2018, 15:53 - Ultimo agg. 15 Agosto, 13:35
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dal nostro inviato
Pompiere nella vita, calciatore di serie C ormai per passione, da ieri mattina Davide Capello, 33 anni, è anche l’uomo del miracolo. Quello che è precipitato giù per cinquanta metri dal “ponte di Brooklyn” di Genova e ne è uscito illeso, con qualche graffietto. Sfiorare la morte, dice, è come andare sulle montagne russe: «Ho sentito un botto e un gran vuoto che mi tirava giù, la stessa sensazione del Lunapark. Solo che credevo di morire». Poi, racconta, «sono riuscito ad uscire dalla macchina grazie all’aiuto di un collega, e sono arrivati i soccorsi. È stata una scena apocalittica, da film. Non posso che ritenermi molto fortunato, è stato un vero e proprio miracolo».


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LA RICOSTRUZIONE
È in fila sul viadotto Morandi, traffico intenso e una pioggia monsonica. Si vede poco e nulla, solo che Davide deve andare da Savona, dove vive, a Genova per fare le ultime commissioni prima di ferragosto. Tuoni, acqua, un ultimo rumore più vicino e poi un enorme boato: la sua macchina viene giù. Assieme al ponte: «Un volo lunghissimo, infinito ero sicuro che fosse la fine». 
In realtà, Davide non cade nel punto più profondo ma all’inizio del crollo e lontano dal pilone che ha schiacciato macchine e case. Mentre è incastrato chiama il padre, Franco: «Babbo è precipitato il ponte, io stavo passando e sono caduto con l’auto. Non ti preoccupare sono salvo». Il padre, incredulo: «Davide se riesci a muoverti prova a uscire». Poco dopo, mentre ancora cerca di trovare una posizione per passare, Davide sente due mani che lo tirano fuori. È un collega, un vigile del fuoco come lui: «Sono riuscito ad uscire e mi sono allontanato. Ero frastornato. Continuava a piovere e intorno a me sentivo urla e gemiti, avrei voluto dare una mano anch’io ma mi sentivo completamente disorientato». 
 

IL DESTINO
Sa bene che la fortuna l’ha salvato, una coincidenza che ha dell’incredibile. «Per me è stato solo un enorme spavento - racconta il pompiere calciatore - Sono vivo per miracolo. Percorrevo spesso quella strada, una delle più trafficate d’Italia». Davide Capello ha giocato con la maglia del Cagliari, del Savona e della nazionale Under 20. Ma nel 2014, a 29 anni, ha deciso di chiudere con la carriera da professionista e dedicarsi a fare il vigile del fuoco. Anche se la passione per il calcio è rimasta e gioca nella categoria Promozione, portiere del Legino Calcio. Tra i primi a sentirlo al telefono, dopo i familiari, sono stati proprio i compagni di squadra del portiere-pompiere: «Fare il pompiere è la mia vita. Non lascerei mai questo lavoro, tanto più ora». 
 

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