Javier ucciso da una freccia, le disperate richieste di aiuto. Il pm contesta l'aggravante dell'odio razziale

Genova, uomo ucciso da una freccia: era uscito per festeggiare la nascita del figlio
Genova, uomo ucciso da una freccia: era uscito per festeggiare la nascita del figlio
Giovedì 3 Novembre 2022, 11:55 - Ultimo agg. 4 Novembre, 08:24
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Prima di scoccare la freccia che ha ucciso Javier Alfredo Miranda Romero, l'operaio edile peruviano di 41 anni, Evaristo Scalco ha insultato lui e il suo amico. «Andate via immigrati di m...» ha urlato dalla finestra dalla casa in cui viveva da un mese. Per quella frase la procura di Genova contesta l'omicidio volontario con l'aggravante dell'odio razziale e i futili motivi all'artigiano maestro d'ascia di 63 anni. Ora si attende la convalida dell'arresto. Il pubblico ministero Arianna Ciavattini, che coordina le indagini dei carabinieri, ha disposto l'autopsia che verrà eseguita dal medico legale Sara Lo Pinto.

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L'omicidio

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L'omicidio è avvenuto nel centro storico di Genova, in vico Archivolto dei Franchi, in una zona di spaccio e mala movida, la notte tra l'1 e il 2 novembre. L'uomo è morto dopo ore di agonia all'ospedale San Martino. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la vittima era andata a guardare in un bar una partita della Champions League con un amico e a festeggiare la nascita del secondo figlio avvenuta la notte di Halloween. Usciti dal locale avrebbero iniziato a parlare ad alta voce e Scalco, dalla sua abitazione al primo piano, li avrebbe rimproverati per farli smettere, insultandoli malamente. I due avrebbero risposto con altri insulti. 

 
 

La vittima dopo gli epiteti razzisti avrebbe tirato fuori il telefonino e avrebbe fatto finta di riprenderlo. A quel punto Scalco avrebbe preso arco e freccia e scoccato il colpo. Dai video girati dall'amico si vede Miranda Romero prima in piedi, sanguinante e Scalco immobile alla finestra, l'arco ancora in mano. L'amico urla, chiama altri conoscenti. «Io ti avevo avvisato» dice quasi in trance Scalco. Qualcuno gli grida «Perché?» e l'artigiano risponde «Perché offende». In un'altra ripresa la vittima è a terra e l'assassino in strada prima cerca di togliere la freccia e poi cerca di tornare in casa, quando viene circondato e preso a schiaffi dagli amici di Javier. Qualcuno continua a riprendere e gli intima di non toccare nulla e di rimare fermo, in attesa dell'arrivo delle forze dell'ordine. 

Il lutto

Nel parapiglia spariscono il portafoglio con i documenti. L'operaio viene portato all'ospedale San Martino dove lo operano prima per togliere il dardo e poi per trapiantargli il fegato. Ma il cuore di Javier si ferma quasi 12 ore dopo il ferimento. «Era un padre amorevole e un gran lavoratore. Aveva iniziato come macellaio e poi era passato all'edilizia» spiega Martha Miranda Romero, la sorella maggiore della vittima. Oltre al piccolo appena nato Javier lascia anche una figlia di 18 anni avuta da un precedente matrimonio. Scalco viveva da un mese in quella casa dopo avere ottenuto alcuni lavori come artigiano di coperta per il Kirribilli, il super yacht dell'architetto Renzo Piano. Secondo gli amici di Javier, l'artigiano aveva la musica a tutto volume e sembrava ubriaco. Quel giorno Scalco era arrivato da Malta a bordo di una barca a vela trasferita a Genova ed era andato a cena con dei colleghi. La comunità peruviana si sta attivando per raccogliere fondi per il piccolo neonato. «Ma la preoccupazione della famiglia - spiega il console generale della Repubblica del Perù a Genova - è che l'omicidio non resti impunito».

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