Il giornalista e scrittore Gianni Bisiach, tra i volti più longevi della Rai, uno dei maggiori divulgatori culturali della tv e della radio, autore di pionieristiche inchieste sulla mafia e sulla famiglia Kennedy, è morto questa mattina a Roma, nella struttura per anziani Villa Sacra Famiglia a Monte Mario, all'età di 95 anni. Nominato nel 2018 dal presidente Sergio Mattarella Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana, Bisiach aveva legato il suo nome a inchieste e speciali sulla storia realizzati per la Rai, per il settimanale 'Tv7' e per il Tg1, dove ha curato per anni la rubrica intitolata 'Un minuto di storià. A confermare la notizia della scomparsa è stato l'avvocato Giorgio Assumma, che era legato a Bisiach da una lunga amicizia. «Purtroppo - racconta Assumma all'Adnkronos - questa mattina sono stato svegliato da una telefonata della segretaria di Gianni, che mi informava della sua scomparsa. Gianni non aveva parenti e quindi con un pò di amici stiamo cercando di organizzare una camera ardente e un saluto, su cui informeremo più tardi». Bisiach verrà seppellito a Gorizia, la città dove era nato il 7 maggio 1927.
Chi era
Medico di formazione, Bisiach ha realizzato rubriche e programmi di successo che sono entrati nella storia del piccolo schermo: «Testimoni oculari», «Grandi battaglie», «Ventesimo secolo», «La Seconda Guerra Mondiale», «La Grande Guerra».
Nel 1962 realizza «Rapporto da Corleone», la prima inchiesta sulla mafia in Sicilia con la collaborazione del magistrato Cesare Terranova (poi ucciso nel 1979), di Felice Chilanti, Girolamo Li Causi, Michele Pantaleone, Antonino Rizzotto e Ferruccio Parri. Sull'onda di questo programma tv, utilizzato dal giornalista statunitense Walter Cronkite per il corso dei telegiornalisti della Cbs, nasce la Commissione Parlamentare Antimafia (1963). Nel 1963 è tra gli ideatori di «Tv7», la nuova rubrica settimanale del Telegiornale, di cui sarà anche inviato speciale.