Non esita a definirli i suoi «eroi». Per salvarlo i soccorritori si sono calati nel torrente glaciale senza attendere il sommozzatore: avrebbe impiegato troppo tempo ad arrivare. Gianni Odisio, commercialista valdostano di 60 anni, è stato estratto «all'ultimo secondo» dalle gelide acque che per due ore lo hanno intrappolato sotto al ghiacciaio del Furgg, sul versante svizzero del Cervino.
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«Mi hanno detto che quando sono stato tirato fuori la mia temperatura corporea era di 20 gradi», racconta dopo essere stato dimesso dall'ospedale di Berna (Svizzera), dove domenica primo maggio era stato trasportato con una grave ipotermia. «Ora sto bene», spiega prima di sottoporsi a un «intervento al polso». «Sciavo con un mio carissimo amico, è da anni che facciamo quella pista», ricorda Odisio, revisore dei conti e titolare di un noto studio nella regione alpina. «È stata una questione di sfortuna, perché lì ci siamo passati tantissime volte e non era mai successo niente».
Caduto nella neve mentre percorreva un tratto in fuoripista - ha ricostruito la compagnia Air Zermatt, che si occupa anche di salvataggio in montagna - è finito nel torrente che passa sotto al ghiacciaio.
Dopo un'ora Odisio è stato individuato con una sonda. Era stato portato dieci metri più in basso dalla forza dell'acqua. Il sub però non era ancora arrivato, si trovava a 50 chilometri, nella valle del Rodano. Intanto le condizioni dello sfortunato sciatore continuavano a peggiorare. Così un tecnico del soccorso non ha esitato e si è calato in corda doppia nel torrente: sfruttando l'attrezzatura da recupero in crepaccio, è riuscito a estrarlo. Era privo di sensi. Con le prime cure a bordo dell'elicottero, la sua temperatura al momento del ricovero nel centro specializzato di Berna era già salita a 26 gradi. «Ringrazio tutti coloro che mi hanno manifestato una grande vicinanza. Ho una grandissima fortuna - commenta Odisio -, oltre a essere vivo non ricordo nulla dell'incidente. Sicuramente non sono stati dei bei momenti».
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