Napolitano operato al cuore, il chirurgo: «È in ripresa, ma impossibile fare previsioni»

Paura per Giorgio Napolitano, ricoverato d'urgenza al San Camillo
Paura per Giorgio Napolitano, ricoverato d'urgenza al San Camillo
di Mauro Evangelisti e Alessia Marani
Martedì 24 Aprile 2018, 22:03 - Ultimo agg. 25 Aprile, 15:01
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Giorgio Napolitano «risponde agli stimoli e apre gli occhi. Ha un'ottima tempra, ma per il momento è impossibile fare previsioni». Lo ha detto Francesco Musumeci, che ha operato il presidente emerito, ricoverato d'urgenza nella serata di ieri per una dissecazione parziale aortica all'Ospedale San Camillo di Roma. Napolitano è stato sottoposto a un intervento chirurgico al cuore cominciato alle 22 e terminato alle 2 della notte.
 


Napolitano, spiega Musumeci, «è ancora attaccato al respiratore, ma già accenna a respirare autonomamente». «Siamo molto soddisfatti per il decorso», anche il quadro neurologico «è buono e ci lascia ben sperare». Musumeci ribadisce che Napolitano «ha un'ottima fibra, una buona tempra, ma a 93 anni - aggiunge - è impossibile fare delle previsioni. La prognosi resta riservata per le prossime 24 ore. Vi faremo sapere mano mano».

Ad aspettare fiducioso l'ex presidente c'era il figlio Giulio, docente universitario. Il malore è avvenuto nel tardo pomeriggio, mentre era dalla moglie Clio ricoverata in una clinica ortopedica privata. Napolitano ha sentito uun forte dolore al petto. Subito è stato trasportato prima al Santo Spirito, poi al San Camillo. Il reparto di cardiochurgia dell'ospedale capitolino è diretto dal professor Francesco Musumeci. Napolitano - spiega chi ha potuto stargli vicino quando il malore si è appalesato - non ha mai perso conoscenza. È arrivato in ospedale lucido, rispondendo alle domande dei sanitari che poi hanno deciso per l'intervento.
 
 


Giorgio Napolitano viene definito l'uomo delle riforme a tutti i costi. Sempre accompagnato con discrezione dalla moglie Clio, ha iniziato il suo primo settennato gioendo per la vittoria dell'Italia ai mondiali di calcio di Berlino, nel luglio 2006, e ha concluso i quasi due anni del secondo mandato con qualche rimpianto per non essere riuscito a vedere del tutto compiuti quei cambiamenti istituzionali per i quali tanto si è speso. Ma soprattutto «re Giorgio» ha dovuto affrontare quello che in molti considerano il periodo più buio degli ultimi 50 anni, navigando a vista tra gli scogli di una durissima crisi economica. E lo ha fatto con una convinzione incrollabile: che l'Italia avesse bisogno di stabilità politica. In nome di questo principio ha cercato sempre di evitare scioglimenti anticipati della legislatura. Certamente il momento peggiore - che ha coniugato amarezza personale e preoccupazione istituzionale - è stato il suo coinvolgimento indiretto nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia con la eccezionale deposizione alla Corte di Palermo salita in trasferta al Quirinale. Quella di Napolitano non è stata infatti una presidenza leggera, nè facile. Ma può rivendicare di aver mantenuto l'impegno preso il 15 maggio del 2006 quando da neo-presidente promise solennemente davanti alle Camere che non sarebbe mai stato il capo dello Stato della maggioranza che lo aveva eletto, ma che avrebbe sempre guardato all'interesse generale del Paese. L'ultimo importante intervento pubblico è stato per presiedere i lavori dell'Aula del Senato, il 23 e il 24 marzo scorsi, in quanto senatore più anziano, per l'elezione del nuovo presidente di Palazzo Madama. Sempre attento e lucido osservatore della situazione politica, Napolitano compirà 93 il prossimo 29 giugno.
Ora una nuova sfida, con l'intervento nella notte dopo il malore che ha fatto anche temere il peggio.

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