Giornali pirata: Guardia di finanza chiude 10 siti web e oscura 329 canali Telegram

Giornali pirata: chiusi 10 siti e 329 canali Telegram
Giornali pirata: chiusi 10 siti e 329 canali Telegram
Mercoledì 24 Febbraio 2021, 12:15 - Ultimo agg. 22:57
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Oscurati 10 siti web pirata dalla Guardia di Finanza di Bari. Diffondevano giornali, riviste e ebook, permettendo a chiunque di scaricare illecitamente e gratuitamente le relative copie digitali, attraverso link di collegamento a risorse web gestite su server esteri.

La denuncia partita dalla Fieg

L'operazione, chiamata '#cheguaio!', è lo sviluppo dell’inchiesta avviata nell’aprile del 2020 dopo la denuncia della Fieg sulla diffusione dei file pirata sulla piattaforma Telegram, che fino ad oggi ha portato alla chiusura di 329 canali e gruppi di utenti.

Violazione della legge sul diritto d'autore

Nel corso delle indagini sono stati identificati i responsabili della distribuzione illecita di migliaia di copie digitali di quotidiani, 9 dei quali indagati per violazione della legge sul diritto d’autore, mentre gli amministratori dei siti internet restano al momento ignoti.

Nell’agosto scorso alcuni degli indagati sono stati destinatari di perquisizioni domiciliari in Puglia, Campania, Marche e Lazio. «Ci chiuderanno tutto» per cui «l'unica cosa che posso fare è svelarvi dove scarico i giornali e ognuno per la propria strada prima che finiamo tutti in merda».

Questo è uno dei messaggi intercettati dagli investigatori durante gli accertamenti, dopo l’oscuramento dei primi canali Telegram.

Il profitto dalla pubblicità

Dalla analisi dei dispositivi informatici sequestrati è emerso che i responsabili della gestione dei siti, non identificati, non percepiscono dagli utenti alcun corrispettivo per l’accesso ai relativi contenuti, traendo, invece, profitto dalla pubblicità inserita nelle relative pagine sotto forma di banner e pop-up. Si ipotizza, a carico degli amministratori dei siti al momento ignoti, i reati di violazione della normativa sul diritto di autore, riciclaggio, ricettazione, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico e furto.

Danno da 250 milioni di euro all'anno

Il «danno e la gravità del reato" relativa alla illecita diffusione in rete di quotidiani e riviste, secondo uno studio della Fieg che un anno fa ha chiesto l'intervento dell’Agcom, «si quantificherebbero in circa 670 mila euro al giorno, corrispondenti a circa 250 milioni di euro all’anno». Lo dice la Procura di Bari nel provvedimento di sequestro d’urgenza di dieci siti web, tramite i quali venivano diffuse copie pirata di giornali, riviste e ebook. «Non vi è dubbio - si legge nel decreto - che un fenomeno delle dimensioni di centinaia di milioni di euro di danno, presenta poi una gravità particolare perché incide sulla tutela costituzionale della libertà di pensiero, base di ogni democrazia».

Un business che produce molti profitti

«Il mercato della pirateria editoriale - evidenziano gli inquirenti - rappresenta un business illecito molto fiorente, in grado di coinvolgere una vastissima platea di utenti che lo alimentano, spesso inconsapevoli delle conseguenze, anche di natura penale, cui si espongono e degli ingenti danni economici che tale pratica arreca sia ai titolari dei diritti di autore, sia all’economia nazionale».

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