Giornata mondiale contro omofobia, il Gay Center: «Il Covid fa aumentare le violenze, gli adolescenti non denunciano»

Virus, Gay Center: «Il Covid fa aumentare le violenze, gli adolescenti non denunciano»
Virus, Gay Center: «Il Covid fa aumentare le violenze, gli adolescenti non denunciano»
Venerdì 15 Maggio 2020, 12:29 - Ultimo agg. 13:29
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«Il 17 maggio 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara che l’omosessualità non è più una malattia. Dopo 30 anni le persone LGBT (lesbiche, gay, bisex e trans) sono ancora vittime di violenze e discriminazioni», dichiara Fabrizio Marrazzo, responsabile Gay Help Line 800 713 713 e portavoce Gay Center. «Allarmante, nell’ultimo anno, è il dato sulle violenze e gli abusi pari al 25% che registra un incremento del 9% rispetto all'anno precedente. Il dato durante l’emergenza Covid-19 è cresciuto sino al 40% per gli adolescenti. Di questi casi meno di 1 adolescente su 60 pensa di denunciare»

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«Sono oltre 50 le persone che ogni giorno (oltre 20 mila all'anno), contattano da tutta Italia il nostro servizio o la chat Speakly.org per raccontare le discriminazioni e le violenza che subiscono - prosegue Marrazzo - . In seguito alla recentissima ricerca (una delle più autorevoli sui crimini motivati dall'odio e la discriminazione) resa nota il 14 maggio 2020, condotta in Europa nel 2019 dall'agenzia per i diritti fondamentali dell'Ue (Fra) per la stragrande maggioranza degli lgbti italiani (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali) il governo non combatte realmente contro i pregiudizi e l'intolleranza di cui queste persone sono vittime. Solo l'8% giudica favorevolmente l'azione delle autorità nazionali in questo campo contro una media europea del 33%. Gli autori della ricerca sottolineano che molte persone lgbti sentono ancora di dover nascondere il proprio orientamento sessuale e identità di genere per evitare di essere discriminati, molestati o diventare vittima di atti di violenza. Nella Ue gli lgbti che non rivelano mai la loro natura sono il 30%, in Italia il 36%. Michael O'Flaherty, direttore dell'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali ha affermato che troppe persone LGBTI continuano a vivere nell'ombra, temendo di essere ridicolizzate, discriminate o addirittura attaccate, il 60% delle coppie LGBT non si tiene in mano pubblicamente, ed il 43% ha subito discriminazione, nel 2012 era il 37% altri dati da tenere a mente il campione è di 140 mila LGBT+»

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Inoltre,
«sono preoccupanti anche i dati della ricerca nelle scuole dove emerge che su un campione rappresentativo di oltre 1500 studenti (dati in video), oltre il 34% degli studenti pensa che l’omosessualità sia sbagliata ed il 10% pensa sia una malattia mentre il 27% degli studenti non vuole un compagno di banco gay. Analizzando, invece, gli altri dati di Gay Help Line dell’ultimo anno, su un campione di oltre 20 mila contatti rileviamo: Incremento del 17% dei ricatti e minacce che raggiunge il 28%, un dato allarmante, che mostra quanto ancora per le persone LGBT dichiararsi comporti forti rischi, come la perdita del lavoro, l'allontanamento dalla famiglia di origine, l'emarginazione e per questi motivi restano vittime di ricatti e minacce. Incremento del 3% del Mobbing sul lavoro che raggiunge il 15%, un dato dovuto alle inesistenti tutele per le vittime LGBT, in quanto le norme antidiscriminatorie sul lavoro sono di fatto inapplicabili. Questo dato ci evidenzia anche che molte coppie lesbiche e gay unite civilmente decidono di non chiedere il permesso di ferie per l’unione per non dichiararsi ai propri datori di lavoro».

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Conclude Marrazzo:
«Richiediamo pertanto al Governo, dopo 30 anni, una legge seria contro l’omofobia, come già avviene in molti latri paesi, che renda l’omofobia un reato e dia sostegni concreti alle vittime come case rifugio e centri antiviolenza per rendere possibili le necessarie denunce. Purtroppo ad oggi non sappiamo ancora quale sarà il testo base alla camera, ma tutte le proposte di legge presentate, a nostro avviso, non sono sufficienti a garantire misure certe e concrete di aiuto e supporto alle vittime. Quindi, l'annuncio che la legge va in aula a luglio ci preoccupa molto, che possa essere solo uno specchietto per le allodole».

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