Giulia Ramelli morta sotto la valanga, il fidanzato: «Dovevamo sposarci, è crollato tutto»

Il dolore di Jeremy: «Di solito quando arrivava in vetta mi mandava un messaggino “tutto bene”, “ora scendo”, cose così, invece quel pomeriggio non mi è arrivato nulla»

Giuli Ramelli morta sotto la valanga, il fidanzato: «Dovevamo sposarci, è crollato tutto»
Giuli Ramelli morta sotto la valanga, il fidanzato: «Dovevamo sposarci, è crollato tutto»
di Giovanni Longhi
Domenica 15 Gennaio 2023, 09:36 - Ultimo agg. 16 Gennaio, 08:43
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«Dovevamo sposarci, l’idea era di andare a stare a Venezia dove Giulia ha una casa, con la sua barca ormeggiata lì davanti e con quei tramonti che ti restano negli occhi, invece è finito tutto, in un attimo, sotto a un paio di metri di neve»: Jeremy Bassani, 36 anni di Feltre, manager di una multinazionale francese con sede di lavoro a Milano, è il fidanzato di Giulia Ramelli, la maestra di sci veneziana di 34 anni che mercoledì pomeriggio era impegnata in un’escursione con le pelli di foca nel comprensorio delle Cinque Torri, sopra Cortina. 

L’INTESA
La prima volta che aveva visto Giulia era un anno fa, sulle piste di sci di Cortina, lui aveva chiesto ad amici comuni chi fosse, lei aveva fatto lo stesso informandosi su di lui. Si erano conosciuti, lui era rimasto folgorato dalla determinazione di quella donna con il sorriso sempre pronto, dal dinamismo contagioso che sprigionava, dalla voglia di fare le cose, soprattutto quelle che le procuravano adrenalina. 
«A volte anche troppo - ricorda Jeremy - non che fossi preoccupato, so che era prudente e che conosceva bene la montagna, però hai sempre quella vaga sensazione che in montagna, a chi ami, possa capitare qualcosa». 

LA SENSAZIONE
Una sorta di sesto senso di Jeremy che era entrato in funzione anche mercoledì verso le 14. «Mi ha detto che saliva in Cinque Torri a fare un giro con le pelli, le ho detto di stare attenta, ci siamo salutati, non sapevo che non avrei sentito mai più la sua voce».

L’accordo era trovarsi a Cortina la sera stessa, invece il destino aveva altri piani. Il primo campanello d’allarme qualche ora dopo: «Di solito quando arrivava in vetta o iniziava il ritorno, mi mandava un messaggino “tutto bene”, “ora scendo”, cose così, invece quel pomeriggio non mi è arrivato nulla». Anche senza quelle due parole, spesso accompagnate da emoticon di cuoricini e bacetti, Jeremy non ha voluto pensare al peggio, «semplicemente avrà avuto fretta, forse erano in ritardo, non mi sono preoccupato più di tanto». I primi dubbi nel tardo pomeriggio: «Mi hanno chiamato alcuni amici chiedendomi se ero io in Cinque Torri perchè si era sparsa la voce che lì era scesa una valanga e che c’erano una ferita grave e un ferito lieve». Poi è come se fosse sceso il buio, la vita che avevi immaginato si dissolve, il futuro si gela: «Proprio mentre ero al telefono con un amico, sotto mi è arrivata la chiamata della mamma di Giulia e lì ho capito». Quando la maestra di sci viene estratta dalla neve, le sue condizioni sono gravi: le vengono praticate le manovre di rianimazione cardio polmonare, poi la caricano su Falco che si dirige al Ca’ Foncello di Treviso. Giulia lotta tutta la notte, all’alba di giovedì però il suo cuore si ferma per sempre. «In un primo tempo era ferita, grave, ma ancora in vita, ho pensato che se la sarebbe cavata..., invece».

Ora a Jeremy restano i ricordi di pochi, intensi mesi trascorsi con una persona speciale: li spremerà come limoni per riavere vicino quel sorriso, sentire quella voce. «La cosa più bella che abbiamo fatto insieme è il volo sul lago d’Iseo, ho il brevetto di pilota di aerei da turismo: eravamo felici lassù e ci eravamo ripromessi di sorvolare anche le Dolomiti partendo da Belluno, non succederà». Ma i momenti scolpiti per sempre nella mente di Jeremy sono quelli del maggio scorso a Venezia: lui le aveva fatto fare un giro in aereo, lei lo aveva ricambiato portandolo in laguna a bordo della sua barca : «Un’intera giornata in mare, mangiammo pesce e di sera andando verso il sole che tramontava ci siamo dati il primo bacio». 

L’ADDIO
Ancora da stabilire il giorno del funerale: la Procura non ha ancora autorizzato le esequie, resta da chiarire la posizione del 50enne Piero Paccagnella che si trovava con Giula al momento della tragedia: era davanti alla 34enne ed è stato lui a lanciare la richiesta di soccorso. Non è escluso che con il suo peso abbia provocato il distacco che poi l’ha investita. Paccagnella anni fa era rimasto coinvolto in un’altra tragedia sopravvivendo: sul Sella il suo compagno di cordata era volato per 40 metri ed era morto. Anche alcune settimane fa in Dolomiti, durante una gita di scialpinismo il suo compagno si era procurato un taglio alla testa e sempre Paccagnella aveva attivato i soccorsi.

 

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