Egidio Giuliani, l'armiere dell'estrema destra e della Banda della Magliana

Egidio Giuliani, l'armiere dell'estrema destra e della Banda della Magliana
di Enrico Gregori
Martedì 9 Settembre 2014, 12:32 - Ultimo agg. 12:54
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L’ultimo “avvistamento” di Egidio Giuliani risale al 1991 quando il terrorista originario del Frusinate, oggi cinquantottenne, impugn una pistola.

Lui, ex esponente dei Nar, ex compagno di cella del killer Pier Luigi Concutelli, accusato in passato di banda armata, associazione sovversiva, falso e rapine, finì in carcere perché aveva addosso una pistola rapinata il 20 febbraio del 1991 a un poliziotto. Era stato rimesso in libertà a Spoleto il 2 gennaio dello stesso anno per indulto e decorrenza dei termini nei precedenti processi.

Da quando era uscito di prigione sembrava essersi dissolto. Lo hanno trovato per caso in una tipografia di Centocelle dove aveva commissionato la produzione di documenti falsi: carte d' identità, patenti, ma soprattutto tesserini dell'ordine degli avvocati, lasciapassare per gli istituti di pena e il palazzo di Giustizia. I carabinieri, andati in zona per un normale controllo anticrimine, trovarono Giuliani in quella specie di sottoscala anonimo e fatiscente. Lo riconoscono, e immediatamente l'ex Nar si scaglia contro i militari dell'Arma. Ma i carabinieri riescono a bloccarlo e arrestarlo insieme al titolare della tipografia di via dei Glicini.

Secondo gli investigatori, Giuliani poteva tentare la recrudescenza del terrorismo di destra nella capitale e risulterebbe collegato alla Falange armata, neonata organizzazione eversiva nera.

Il suo passato è costellato da condanne e rinvii a giudizio. Il 22 aprile dell'88 insieme a Gilberto Cavallini, il grande amico di Giusva Fioravanti e a Giovanni Melioli è stato accusato di banda armata per la strage di Bologna (in primo grado venne condannato dalla Corte d'asAise a dieci anni sempre per banda armata), l' attentato che il 2 agosto dell' 80 lasciò 85 morti e 200 feriti sotto le macerie della stazione squarciata da una bomba ad alto potenziale.

Quel giorno, il pubblico ministero Libero Mancuso chiese ergastoli per i sei imputati di strage: Giusva Fioravanti e Francesca Mambro; Paolo Signorelli, il professore che fu indicato come il mandante dell' assassinio del giudice Occorsio; Massimiliano Fachini, capo dell' estremismo nero in Veneto; Roberto Rinani altro fascista della stessa regione; Sergio Picciafuoco, esponente della malavita comune.

Secondo la Corte, Egidio Giuliani era l'armiere che costudiva un arsenale dove si rifornivano tanto gli estremisti di destra quanto i membri della banda della Magliana. Sempre secondo la Magistratura, alla fine degli anni ' 70, Giuliani aveva militato nel Movimento Rivoluzionario Popolare con Sergio Calore e Marcello Iannilli. Nell'aprile dell'81 venne arrestato in una sorta di spy story all'italiana. La Digos lo prese insieme a un cameriere di Frascati perché, secondo gli investigatori, Giuliani aveva fornito informazioni decisive a organizzare l' attentato, avvenuto il 3 dicembre del 1979, al Centro generale elaborazione dati dell' aviazione civile e dei trasporti. Il commando distrusse il cervellone elettronico della ditta Honeywell, la stessa azienda da cui dipendeva Egidio Giuliani, e rubò ottomilacinquecento patenti di guida insieme a tredicimila libretti di circolazione. Se ne impadronì poco prima di dare fuoco agli uffici di via Becciarini. Nessuno seppe mai a cosa dovesse servire tutta questa massa di documenti oltre ai tesserini degli avvocati sequestrati nella tipografia di Centocelle.