Da tre anni vive in una roulotte: «La casa? Morirò qui, mi hanno detto che non mi spetta»

Da tre anni vive in una roulotte: «La casa? Morirò qui, mi hanno detto che non mi spetta»
Da tre anni vive in una roulotte: «La casa? Morirò qui, mi hanno detto che non mi spetta»
di Francesco Marcozzi
Sabato 24 Ottobre 2020, 09:11 - Ultimo agg. 10:41
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Lui, Romolo Marinelli, ha 66 anni e da tre vive in una roulotte lunga meno di tre metri assieme alla sua compagna. In tre anni non c’è stato nessuno (ente assistenziale, comune, Ater,parenti) a Giulianova che sia stato in grado di mettergli un tetto vero al di sopra della testa. In passato era stato accusato di non aver presentato alcuna domanda per ottenere la disponibilità di un alloggio da parte dell’Ater «ed è un peccato- sostiene il vice sindaco ed assessore alle Politiche sociali, Lidia Albani- perché sarebbe entrato sicuramente in graduatoria ed in quelle condizioni forse ce l’avrebbe fatta». Visto che questo non era accaduto l’assessore ha inviato in roulotte due assistenti sociali che hanno verificato le condizioni di estremo degrado in cui vive (c’è anche un piccolo cane e dentro, assieme ad un fornellino, c’è anche una specie di water ricavato vicino a una dispensa dove c’è da mangiare, come dire che peggio non si potrebbe vivere) e lo hanno convinto a fare una domanda per un altro bando comunale che si era aperto, quella chiamato per l’emergenza-casa.

«Ho presentato la domanda- racconta Marinelli. E, quando mi informavo mi dicevano che una volta ero non in graduatoria, poi dodicesimo ed alla fine, ieri l’altro, mi è arrivata una carta del Comune con la quale mi si comunica che io non ho diritto ad avere un alloggio perché su di me pende una sentenza di reato passata in giudicato e, quindi, secondo la legge, devo rimanere nella roulotte. Mi dispiace perché si tratta di reati che risalgono a tanti anni fa e che ormai pensavo fossero stati prescritti, invece mi hanno sapere che la sentenza è definitiva per cui dovrò restare qui dentro a vita, fino a quando morirò».

Ma ora ci si chiede: la legge, in effetti, è questa ma perchè invece i buoni-pasto e i buoni -spesa sono stati assegnati anche a chi aveva sentenze penali passate in giudicato?

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